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Perfect Day

Regia di Fernando León de Aranoa vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Perfect Day

di alan smithee
7 stelle

 

FESTIVAL DI CANNES 2015 - QUINZAINE DES REALISATEURS

1995: la sanguinosa guerra civile che ha procurato stragi e lutti lungo tutti i Balcani, sta volgendo a termine, ma per una piccola squadra di intervento umanitario, il lavoro non è certo finito: manca l’acqua e pochi pozzi non distrutti vengono boicottati con azioni estreme, tipo quella di buttarvi cadaveri, spesso umani, all’interno, per renderli inagibili. Il territorio inoltre è infestato di mine e ovunque posti di blocco, ufficialmente non autorizzati, ostacolano il cammino ai servizi di intervento e alla gente in esodo.

Troviamo due macchine dell’organizzazione umanitaria alle direttive del sudamericano Mumbru, coadiuvato dall’ironico B, da una efficiente guida locale e dalla giovane francese Sophie, matricola ancora inesperta ma tutta protesa ad apprendere, specializzata nell’analisi delle risorse idriche.

Presso un pozzo. Il cadavere di un enorme individuo ostruisce e minaccia i destini di un’intera regione. Gli sforzi per toglierlo di mezzo naufragano con lo spezzarsi di una corda, e l’impossibilità di trovarne un’altra in quei territori devastati. Un bambino senza genitori si offre di aiutare il gruppo, mentre anche l’ex fidanzata del sudamericano sopraggiunge inaspettatamente, pure lei membro dell’organizzazione umanitaria, ma di rango più elevato, col compito di verificare se è il caso di sciogliere la squadra, ovvero farle proseguire l’opera di aiuto e risanamento.

Il valido regista de “I lunedi al sole” e di “Princesas”, Fernando Leòn Aranoa, torna con un film che ripercorre storie e luoghi di genocidi e stragi, ma lo fa con un tono scanzonato ed ironico che, senza nulla tralasciare e senza mancare di rispetto ai tragici fatti come pure alle migliaia di vittime del conflitto balcanico, ci illustra tratti umani di disillusione e di voglia di continuare a sopravvivere e a portarsi alle spalle antichi insanabili conflitti di classe e etnici, che risulta davvero vincente e molto godibile da seguire.

Il duetto Benicio del Toro-Tim Robbins, due colossi sia fisicamente sia metaforicamente, pensando alla bravura che li contraddistingue da sempre come attori, fa faville e spesso le battute che fuoriescono dalle loro bocche risultano esilaranti. Due belle ma anche brave attrici come Melanie Thierry e Olga Kurylenko riescono a tener testa molto bene ai due giganti, dosando charme ed ironia con un ottimo ed intelligente mix di appeal e validità della sceneggiatura su cui si poggia la produzione.

Ed il “perfect day” che riempie la giornata dei quattro eroi per caso, oltre che il nostro film, sarà solo l’ironico coronamento di un lavoro estremamente complicato e rischioso che solo una predisposizione naturale, oltre che uno spiccato senso dell’ironia, aiutano a portare a compimento, quando alle difficoltà materiali e pratiche, spesso immani, si aggiunge la sciocca e pedestre burocrazia a complicare anche le cose apparentemente più semplici e ragionevoli: come quella di espellere un cadavere da un pozzo per scongiurare lo scoppio di malattie e permettere invece di poter sfruttare le poche risorse ancora disponibili per far ripartire il motore della ricostruzione in quei territori falcidiati dalla stupidità, dalla intolleranza e dalla cattiveria dell’essere umano.

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