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The 33

Regia di Patricia Riggen vedi scheda film

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La recensione su The 33

di supadany
5 stelle

The 33 rientra a pieno titolo in quello che rischia di diventare un sottogenere, i cui film raccontano una storia vera che ha colpito una comunità di individui e coinvolto emotivamente una larga fetta della popolazione mondiale, con un forte dramma condiviso e una connotazione di partenza catastrofica.

Evidentemente, i fatti da cui attingere proliferano, cinematograficamente è difficile uscire dal seminato e in quest’occasione Patricia Riggen raramente riesce ad andare oltre la patina del film commovente e partecipativo.

Cile 2010, trentatré minatori, guidati sul posto di lavoro da Lucho (Lou Diamond Phillips) e umanamente dal carisma di Mario Sepulveda (Antonio Banderas), a causa di un enorme crollo (preannunciato) della miniera dove prestano servizio, si ritrovano bloccati a 700 metri di profondità.

Possono solo cercare di resistere il più a lungo possibile mentre in superficie il ministro Golborne (Rodrigo Santoro) assume il controllo delle operazioni di salvataggio, l’ingegner Sougarret (Gabriel Byrne) mette sul campo le sue conoscenze nelle perforazioni preannunciando il peggio come epilogo più probabile e i familiari dei dispersi fanno sentire attivamente la loro voce per assicurarsi il massimo impegno istituzionale.

 

Lou Diamond Phillips, Jacob Vargas, Mario Casas, Alejandro Goic, Antonio Banderas, Tenoch Huerta

The 33 (2015): Lou Diamond Phillips, Jacob Vargas, Mario Casas, Alejandro Goic, Antonio Banderas, Tenoch Huerta

 

Ispirato a una storia vera che ebbe un notevole eco mondiale, The 33 è stato un ottimo successo commerciale in Cile e propone una rivisitazione piuttosto semplice, consona soprattutto a un pubblico poco pretenzioso e principalmente rivolto all’emozione epidermica.      

Al di là di motti come la speranza è l’ultima a morire e la necessità di imparare dai propri errori, il tratto saliente di maggior impatto è costituito dalla dicotomia tra la luce esterna e il buio della miniera, con un sostanzioso numero di collegamenti tra chi è in pericolo di vita e chi lotta per assicurarsi che venga fatto tutto il possibile, e pure di più, per apporre sui titoli di coda un lieto fine.

Al tema catastrofe naturale con colpe umane, The 33 apporta un numero limitato di variazioni, ad esempio un’ultima cena onirica e una speranza che ha successi e intoppi, e raramente riesce ad andare oltre una proposizione elementare, alcune volte nemmeno riesce a elevare l’intensità della portata drammatica.

Ovviamente, non può che essere comunque considerato toccante - con il picco raggiunto con l’aggancio al reale, a quei volti che hanno trascorso interminabili giorni sottoterra - ma l’impianto filmico non vanta eccellenze – anche a livello umano, con anche la fuoriclasse Juliette Binoche rinchiusa in una parte circostanziale – avanzando a vista, con pochi sussulti, una speranza che s’accende e spegne a movimentare l’andamento e un’ispirazione contenuta.

Nella sua linearità rimane onesto, ma anche abbastanza scialbo.

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