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The Rocky Horror Picture Show

Regia di Jim Sharman vedi scheda film

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La recensione su The Rocky Horror Picture Show

di Viola96
10 stelle

Due labbra piene zeppe di sangue(o rossetto?), con denti bianchi che cantano, sono diventate il simbolo ufficiale della trasgressione e del “lasciarsi andare”. Che cos’è il desiderio? Il desiderio è un impulso forte che si ha verso un determinato oggetto o soggetto nello spazio che ci circonda. E il desiderio sessuale? E’ una pulsione frequente che spinge l’animo umano a perdere il controllo di sé e giungere all’assuefazione. Il 1976 è un anno importante per il cinema. Mentre Scorsese contemplava l’animo umano parlando di vendette con il suo grandioso Taxi Driver, Jim Sharman attuava un altro tipo di contemplazione, ugualmente difficile e importante. The Rocky Horror Picture Show non è solo un invito, ma è un’invocazione. Il dottor Frank N Furter sta creando l’uomo perfetto: Rocky. Bello, intelligente, sessualmente attivo. E mentre lo fa, nel suo castello, c’è una convention transessuale, in cui tutti sono vestiti in tacchi a spillo e giarrettiere. La coppia di fidanzatini Brad e Janet si sono rifugiati in cerca della pace in quel castello. Ma troveranno invece, un’iniziazione estrema e straordinaria. In un torpiloquio di musiche, colori sguargianti, luci accesissime e movenze da Gay Pride, The Rocky Horror è il miglior musical della storia del cinema. L’iniziazione di cui parlavo sopra è, naturalmente, quella al sesso. All’inizio viene presentata una coppia pudica, lontana dai piaceri della carne, ma piena zeppa di desideri da esaudire. Alla fine, la coppia resterà assuefatta dalla libido e ne rimarrà schiava. L’idea straordinaria del musical è quella di indicare una società corrotta dal piacere, piena zeppa di incongruenze mentali e folle. Il dottor Frank N Furter(Tim Curry, grandioso), è l’immagine dello smarrimento di una società che sta perdendo i valori. Quello che resta nel 2011 del Rocky Horror è sicuramente il provocatorio messaggio: Il musical chiede, invocando gli istinti primordiali dell’uomo, di abbandonarsi ai piaceri del sesso e di realizzare i propri desideri, specialmente quelli più profondi e difficoltosi, che sono anche quelli che danno un risultato migliore una volta realizzati. Ma questo musical è anche un grande cult movie: Immaginiamo che ancora oggi, in molte delle grandi città del mondo, i fan della pellicola si riuniscono per vederlo e riguardarlo, come fosse uno spettacolo proibito e quindi ancora migliore. Ma il film ha anche il magnetismo del grande cinema e la classe del migliore musical, anche se risulta innovativo e geniale. La filosofia che insegna potrebbe risultare banale, ma è significativa: L’unico scopo della vita è risolvere il piacere, fino a diventarne schiavi. Il finale del film, in cui i ruoli si invertono, è una prodezza filmica, che chiude amorevolmente uno dei più grandi spettacoli della storia del cinema. La ricerca della perfezione riduce in modo quantico la capacità di vedere ciò che è veramente “reale” da ciò che è in realtà “pura fantasia”. Il Rocky Horror, appuntamento per me immancabile, ad ogni Halloween, non è solo il più innovativo musical degli anni 70’, ma ha anche una valenza moderna. E se il grande talento di un autore sta nel descrivere la modernità trent’anni prima, gli sceneggiatori del Rocky Horror erano dei geniacci. Ora basta guardarlo e sembra sia ambientato qui, in Italia, nel 2011. Sta qui la grande forza, sta qui la grande genialata. Se avete intenzione di guardarlo, sappiate che potreste perdervi nei labirinti del desiderio, e rimanerne schiavi. Insomma, Don’t dream it, be it. E non ve ne pentirete.

Sulla colonna sonora

Leggendaria.

Su Jim Sharman

Ottima prova.

Su Tim Curry

Grandioso.

Su Susan Sarandon

Brava.

Su Barry Bostwick

Non male.

Su Richard O'Brien

Ci siamo.

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