Regia di Lee Toland Krieger vedi scheda film
Poteva essere sviluppato in maniera decisamente più carina.
Quando non hai a disposizione un soggetto particolarmente brillante, hai due vie per provare ad estrapolare un buon film: svilupparlo in maniera originale, nuova, inconsueta; oppure svilupparlo con una forma accattivante, magari già vista, non è tanto importante. Mi vengono a questo proposito in mente due film, Benjamin Button e L'uomo bicentenario, non particolarmente apprezzati dalla critica, ma di grande effetto. Un film che copre un arco di tempo molto lungo, con tante vicende, tanti momenti, tanti drammi diversi è destinato sempre e comunque ad accalappiare le masse. Adaline compie invece una scelta diversa e si rifugia in una storia minima di un amore contrastato che tormenta - nemmeno troppo - la protagonista, che non può rivelare il suo segreto a nessuno, men che meno al suo amato. Sparuti flashback ci offrono schizzi della spropositata vita di Adaline, ma non sono sufficienti a definirne con esattezza i contorni, rimangono buttati un po' lì, senza colpire la fantasia (non benissimo, per un film fantasy). Lo spettatore non sperimenta la sensazione del tempo che passa inesorabile, portandosi via tutti i cari di Adaline, tranne lei. Male. Inoltre, la Lively - pur di un'avvenenza mozzafiato - è troppo algida e altera per ricoprire un ruolo che richiederebbe assai patimento interiore. L'happy end telefonatissimo - sì, ho sperato che Adaline morisse ma non ci ho mai creduto - completa un quadro assai melassoso e insoddisfacente.
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