Regia di Lee Toland Krieger vedi scheda film
Lo spunto, quello di una donna che attraversa tutto il XX fino al presente secolo intrappolata in un'eterna giovinezza, un miracolo che si rivela in realtà una maledizione costringendola ad una vita in fuga, poteva essere interessante: peccato che la realizzazione scada nella banalità e nella superficialità. Già la risibile scena della spiegazione " scientifica", da parte della voce narrante, del fenomeno particolare che determina l'inusuale condizione della protagonista ci fa temere il peggio. E in effetti ben presto la noia prevale, quando ci rendiamo conto che il film si concentra quasi esclusivamente su una stucchevole storia d'amore (impossibile) tra l'ormai secolare Adeline e il bellissimo riccone Ellis, destinato ad invecchiare e a perire, con i due piccioncini impegnati per gran parte del film in una noiosissima sequela di dialoghi imbarazzanti nella loro melensaggine.
Il più interessante rapporto con la figlia, destinata fin dai tempi del college a sembrare più adulta della madre, è un altro buono spunto che non viene approfondito più di tanto (della sua vita non sappiamo nulla, nemmeno se abbia avuto una famiglia o meno), mentre il marito viene fatto morire giovane in modo da sgombrare il campo per Ellis. Anche lo scorrere della vita di Adeline attraverso i vari decenni, con le profonde trasformazioni attraversate dalla società, viene trascurato, nella foga di arrivare al presente e all'incontro con il fascinoso milionario; si ritorna con un flashback agli anni 60 solo per mostrarci un altro melenso quadretto col padre di lui. Tutto per arrivare infine ad un epilogo che è quanto di più scontato si potesse immaginare.
La bellezza dei protagonisti e la confezione patinata non possono certo compensare una sceneggiatura banale e dialoghi penosi: occasione sprecata.
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