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Testimone d'accusa

Regia di Billy Wilder vedi scheda film

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La recensione su Testimone d'accusa

di Furetto60
9 stelle

Capolavoro di Billy Wilder, Ispirato all'omonimo giallo di Agata Christie

Sir Wilfred Robarts,alias Charles Laughton,è un celebre e tenace principe del foro, dall'intuito sopraffino, appena dimesso dall’ospedale, reduce da un grave attacco cardiaco, ignorando le disposizioni del proprio medico e della coriacea e petulante infermiera Miss Plimsoll, accetta di assumere la difesa di Leonard Vole,alias Tyrone Power, un docile gentiluomo inglese, accusato dell’omicidio di una matura vedova,la ricca French. Leonard , aveva conosciuto la signora, per caso, in una boutique e poi aveva preso a frequentarla regolarmente, a sua detta, senza implicazioni sessuali o sentimentali, solo per innocente compagnia, nascondendole però il fatto che fosse già ammogliato. Vole viene tratto in arresto, quando si scopre che la French gli ha lasciato una cospicua eredità, avendo cambiato il suo testamento appena qualche giorno prima, a suo favore. Un giorno la moglie di Vole, Christine Helm, l’indimenticabile Marlene Dietrich, si presenta nello studio di Sir Wilfrid, asserendo che il marito all'ora esatta del delitto era in casa con lei e peraltro gli rivela di non esserne la legittima moglie, ma si è risposata "irregolarmente" per  poter lasciare il suo paese devastato dalla guerra e ricominciare una nuova vita in Inghilterra. Il processo inizia ,vengono ascoltati in aula i testimoni, tra cui la governante Janet McKenzie, ostile nei confronti dell'imputato, anche perché defraudata del diritto di beneficiare del testamento,fatto modificare a vantaggio di Vole.Roberts malgrado tutte le prove a carico dell’imputato, è convinto della sua innocenza e durante il processo grazie alle sue abilità oratorie, riesce, munito del monocolo, che usa come una insolita e originale macchina della verità, a smontare ogni accusa , fino a quando a sorpresa, il pubblico ministero, chiama a deporre proprio Christine, la quale cambia versione, affermando che Vole, la sera del delitto, è tornato a casa circa quarantacinque minuti dopo l’omicidio e con i panni insanguinati, l’inattesa deposizione a sfavore di Vole, della glaciale e determinata Helm risulta estremamente convincente e fa vacillare la linea difensiva,togliendo ogni credibilità agli alibi di Vole. Tuttavia prima dell'udienza finale, l ’avvocato viene contattato da una misteriosa donna deturpata ,che gli vende alcune lettere di Christine, da cui si evince che lei, d’intesa con un amante, ha ordito un tranello ai danni del marito. Le lettere, esibite in tribunale dall'avvocato, invalidano la sua deposizione e provocano l'assoluzione di Vole, ma le sorprese non finiscono qui, ci sarà un doppio colpo di scena imprevedibile,che ovviamente non si svela. Tratto da un racconto di Agata Christie è un giallo dalla struttura clas­si­ca, teso e avvincente, ricco di una brillantissima sceneggiatura, piena di pregevoli sfu­ma­tu­re, dall’impianto a carattere teatrale, Laughton nei panni dell’avvocato è esemplare e regala perle di spirito, con i simpatici siparietti tra lui e la sua infermiera,i due erano marito e moglie nella vita reale, con­fe­rendo al film un tono, a tratti anche scanzonato e ironico, marchio di fabbrica dei film di Wil­der, che coniugava con felice ispirazione, dramma ad umorismo , sem­pre con uno stile gar­ba­to e contenuto, "Testimone d’accusa" è il frutto della penna sagace di Agatha Christie che scrisse il racconto nel 1925, e che nel 1953 lo portò a teatro, riscuotendo un notevole successo. Cineasta versatile e geniale, Billy Wilder,accantonò il genere della commedia raffinata, dove aveva già espresso opere di grande valore e portò sul grande schermo, questa rodata pièce teatrale  di Agatha Christie, col risultato di firmare uno dei più brillanti legal-thriller contemporanei. Girato quasi completamente dentro l'aula del tribunale e puntualizzato dalla debordante ed eclettica prova attoriale di Charles Laughton nei panni del pingue avvocato difensore, il film è caratterizzato da un ritmo travolgente e una sceneggiatura intensa e coinvolgente. La partecipazione della Dietrich, all’epoca già cinquantaseienne, ma con un fisico statuario, è quanto mai indovinata, nel suo personaggio c’è tutta l’ambiguità fascinosa di un’attrice che, al di là delle doti estetiche oggettive, possedeva un autentico talento artistico, che le consentiva di interpretare ogni parte con disinvoltura e personalità, il suo carisma sulla scena era unico e non si dimenticava facilmente.

Recentemente è stato girato un pallido remake, che resta abbastanza lontano, da questo capolavoro di Billy Wilder.

 

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