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Backcountry

Regia di Adam MacDonald vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Backcountry

di alan smithee
5 stelle

Mai sottovalutare le insidie del bosco e fidarsi del proprio intuito! Dovrebbero saperlo pure i bambini, memori di favole cupe come Cappuccetto Rosso. La nostra coppia improvvida e sciocca irrita nell'incappare in tutti i sentieri più abusati e calpestati dell'horror...ma pure del buon senso...peggio per loro!!

Un ritorno alla natura per celebrare un avvenimento epocale, anzi una vera e propria svolta nella vita di coppia di due fidanzati, all’insegna di una panorama incontaminato che ne faccia da sfondo o addirittura da scenografia idilliaca, viene meno quando due ragazzi, intraprendendo un cammino in una località montana pittoresca ma poco battuta da sentieri e rifugi in cui ripararsi, si ritrova, durante il cammino per raggiungere un lago particolarmente attraente, a perdere il sentiero giusto e a dover affrontare l’attacco di un orso affamato e fuori controllo.

Horror che gioca a rimpiattino con le paure radicate nella psiche dell’uomo contemporaneo, che raddrizza i peli nei confronti di chi non è in realtà un pericolo e sottovaluta invece le minacce concrete e probabili, Backcountry ripercorre tutti i sentieri e le panoramiche già calcati dal cinema horror che tende al realismo e gioca sulla casualità beffarda degli avvenimenti: salvo, per fortuna, rinunciare alla tecnica del mockumentary: una ottima idea risparmiarcela, anche se il film, volenteroso ma un po’ inerte, si trascina verso il suo drammatico epilogo senza riservarci grosse sorprese se non quelle che ci pare di aspettarci: ingenuità di fondo, personaggi logorroici come da copione, che ci sfiniscono con il loro sparlare incondizionato, sospetti puntati su chi invece si rivela una poco sfruttata via di salvezza, e la furia dell’evento non preventivabile o almeno inevitabile che si abbatte devastante a devastare gli orizzonti ed i progetti della coppia protagonista.

Suscita un pò di irritazione seguire certe sciagure, causate in modo piuttosto deliberato per un comportamento scientemente ingenuo o poco provvido da parte dei soliti protagonisti un pò ingenui o troppo sicuri di sé: viene davvero da pensare se costoro non abbiano mai visto prima d'ora un film d'orrore e verrebbe da impartirgli quei suggerimenti sarcastici che ben conoscevano (ma a cui generalmente poco giovavano) i protagonisti scelelrati ma divertenti di Scream.

Qui però è tutto molto serio ed impostato, ed un pò di fastidio nella visione mi sopraggiunge inevitabile e in modo piuttosto percettibile. 

Certo poi, e di questo il film non ha colpa ma ne è succube, dopo Revenant di Inarritu, lo scempio che è in grado di procurare un orso da tempo a digiuno, sembra qui poca cosa rispetto (non tanto come risultato finale, quanto piuttosto come effetto dirompente dell’azione) a come appare, devastante ed infinito, nel pluripremiato film del notevole regista messicano, e certi paragoni, magari in parte fuori luogo, anche a causa di budget finanziari molto differenti tra i due film, appaiono tuttavia concretamente inevitabili.

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