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The Incident

Regia di Isaac Ezban vedi scheda film

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La recensione su The Incident

di undying
6 stelle

Opera d'esordio messicana criptica e confusa nel finale, ma senz'altro ricca di spunti e tematiche esistenziali sempre toccanti. Di difficile catalogazione, e da rivedere in tempi brevi per meglio comprendere il complesso disegno che governa l'ermetica sceneggiatura.

 

locandina

The Incident (2014): locandina

 

Carlos ed Oliver hanno problemi con la giustizia. Vengono rintracciati da un poliziotto che si getta al loro inseguimento mentre tentano di fuggire lungo le scale di un palazzo a nove piani. Un colpo di pistola raggiunge Carlos mentre uno strano boato, simile al rumore di un terremoto, coglie l'attenzione dei fuggitivi. Fuggitivi (e inseguitore) intrappolati in una scala senza via d'uscita. Con passaggi dal primo piano al nono e chiavi in caduta verso l'alto, ma che atterrano nel basso. Ascensori bloccati e porte chiuse, in un labirinto senza uscita. Quando poi un distributore automatico, senza logica spiegazione, non si svuota mai, i tre protagonisti capiscono che qualche oscura legge trascendentale sta dettando indecifrabili regole.

Il piccolo Daniel, assieme alla sorellina Camila, parte con la madre Sandra e il suo compagno Roberto per raggiungere il padre in una remota località balneare. Durante il viaggio, la famiglia si imbatte nella stessa stazione di servizio. Una banale distrazione provoca la rottura di un medicinale spray con gravi conseguenze per la piccola Camila, affetta da attacchi d'asma. Un rumore inatteso annuncia l'inizio di un incubo: quella strada infinita, percorsa in ogni direzione, porta sempre e soltanto alla solita stazione di servizio.

 

Raúl Méndez, Humberto Busto, Fernando Álvarez Rebeil

The Incident (2014): Raúl Méndez, Humberto Busto, Fernando Álvarez Rebeil

 

"Goditi, goditi ogni cosa. La vita è una fottuta, lunga, strada. E quello che passa, poi non ritorna." (Carlos in fin di vita, rivolto al fratello Oliver)

 

scena

The Incident (2014): scena

 

Strano forte questo El incidente, opera di esordio del messicano Isaac Ezban che scrive, per l'occasione, una sceneggiatura intricata e fortemente in debito con lo stile di Rod Serling (autore noto per la serie TV de Ai confini della realtà). Non solo Mondi e Universi paralleli stanno alla base di questo viaggio suddiviso in tre atti (i due eventi apparentemente scollegati e la successiva connessione, giustificata dalla spiegazione irrazionale della parte conclusiva) ma derive pseudo oniriche alla Resnais de L'anno scorso a Marienbad ne caratterizzano diversi passaggi, tipo quelli su memorie sfocate: "Ho una cosa importante da dirti, però non mi ricordo cosa", dice candidamente Roberto al piccolo Daniel. 

Isaac Ezban, con un budget striminzito, sa utilizzare al meglio le location, gli attori e si avvale di un intrigante metodo di ripresa che sfrutta panoramiche angoscianti e soggettive in salita/discesa lungo le rampe di scale o in disperata corsa avanti/indietro lungo una strada che presenta, all'orizzonte, una montagna inarrivabile. La moltiplicazione degli oggetti (lattine, bottiglie d'acqua, inalatori, stracci e -fondamentale- il libro Time out of joint di Philip K. Dick) sembra alludere alla routine del quotidiano, al  ripetersi (da qualunque angolazione possibile, senza filtro culturale) senza significative varianti di fatti meramente legati alla ciclicità degli eventi (mangiare, defecare, fare sesso). Un fondo di tristezza senza limiti pervade i protagonisti che vedono sfuggire loro il tempo, quindi gli anni, pertanto la vita. Un nichilismo di fondo, accentuato dalla condanna a ripetere, meccanicamente, azioni e sensazioni, che nulla possono per contrastare il ticchettio degli orologi, che sempre vanno avanti, senza sosta.

 

Nailea Norvind, Gabriel Santoyo

The Incident (2014): Nailea Norvind, Gabriel Santoyo

 

Quello che più colpisce, di questo El incidente, è il contenuto metaforico e profondo, danneggiato in parte solo dalla forzata spiegazione finale. Ma il potere suggestivo delle immagini evoca, inevitabilmente, questioni che toccano corde intime della sensibilità umana. In una strada infinita, senza sbocco, forse andare avanti è meglio che indietro? La frenesia che ci circonda (sintetizzata nel comune, popolare e orribile modo di dire "andare avanti") ci porta a non volgere quasi mai lo sguardo indietro. Ma quale peggior trappola ci è stata tesa -dal primo momento che si è nati, in quell'inestricabile incidente che chiamiamo vita- nascosta sotto il fragile telo illusorio del presente, se non quella che ci rende irragionevolmente ciechi, facendoci chiudere gli occhi sul passato e soprattutto su un futuro che, ancor prima d'essere, è già dimenticato?

 

locandina

The Incident (2014): locandina

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