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Lo strangolatore di Vienna

Regia di Guido Zurli vedi scheda film

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La recensione su Lo strangolatore di Vienna

di mm40
3 stelle
Vienna. Il macellaio Otto Lehman, appena uscito dal manicomio, torna a fare il suo lavoro. Improvvisamente i clienti si accorgono dell'incredibile bontà delle sue salsicce; peccato però che nel frattempo la moglie di Otto sia scomparsa misteriosamente. E non sarà l'unica a fare questo tipo di fine.
 

Prima di finire nel vortice del cinema erotico/hard e dopo la parentesi-spaghetti western, Guido Zurli si dedicò a questo interessante progetto, senz'altro uno dei suoi più riusciti. Mestierante dalle mediocri possibilità ancorato al 'genere' in ogni sua declinazione possibile, all'inizio degli anni Settanta il Nostro si avventura in un thriller-horror-commedia noir in bianco e nero con sfumature ironiche per nulla velate e un'impostazione 'poveristica' che prende immediatamente le distanze dal contemporaneo cinema di serie A, ma anche da quelli delle serie minori. Enzo Gicca, Karl Ross e lo stesso regista firmano la sceneggiatura, ma la trama è probabilmente la parte meno interessante del lavoro, semplice e di scarsa fantasia; colpiscono però l'atmosfera gradevolmente retrò e la leggerezza che caratterizza la narrazione. Il cast vede primeggiare l'americano Victor Buono, all'epoca parecchio noto, affiancato qui da Luca Sportelli (in una delle parti più consistenti della sua intera carriera), Franca Polesello, Brad Harris e qualche interprete tedesco di minima fama, inserito per via della co-produzione fra Italia e Germania (ovest). Godibile pastrocchietto, realizzato con buon cuore e mezzi/capacità/possibilità limitati; mezzo voto in più per la bella colonna sonora di Alessandro Alessandroni. 3,5/10.

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