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In the Basement

Regia di Ulrich Seidl vedi scheda film

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La recensione su In the Basement

di sasso67
6 stelle

L'unico film di Ulrich Seidl che avevo visto finora, Canicola, è di quelli che tempo fa qualche critico (Canova, Fittante) avrebbe potuto definire estremo. Ecco, con In the Basement, Seidl se possibile, trattandosi di un superlativo, estremizza il proprio cinema. Il che non significa necessariamente compiere un passo avanti dal punto di vista cinematografico. E tuttavia lo sguardo del regista sulla società austriaca si fa più greve e più critico. Sembra quasi che se in Canicola l'osservazione era fredda e distaccata, finanche entomologica, qui diventa pressoché disperata per l'assurda inutilità dei comportamenti, chissà quanto innocui, che avvengono in queste cantine. Se ne primo caso aveva usato le pinzette e la lente d'ingrandimento, qui adopera lo scalpello. come dicevo, l'insieme indubbiamente e volutamente disturbante messo insieme da Seidl non costituisce, a mio parere, un passo avanti rispetto al passato. E resta difficile comprendere se tra le attività praticate nelle cantine del palazzone sia più pericoloso il sedicente mandrillo che chiude in gabbia una corpulenta prostituta, lo scombiccherato gruppetto di nazisti di ritorno, la coppia sadomaso o i pensionati che utilizzano il basamento come poligono di tiro, tra un discorso ed un altro contro gli stranieri di religione diversa dalla nostra. Probabilmente, sono le diverse facce di una società disperante, che si manifesta pienamente soltanto in cantina.

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