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Cake

Regia di Daniel Barnz vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Cake

di ethan
4 stelle

Claire (Jennifer Aniston), a seguito di un incidente in cui ha perso la vita il figlio piccolo, rimane traumatizzata sia nel corpo, con cicatrici sulla pelle e protesi che le rendono l'esistenza oltremodo dolorosa, sia nell'animo, con giornate passate tra il letto, un gruppo di supporto da dove viene allontanata da chi lo gestisce (Felicity Huffman) a causa del suo comportamento dopo il suicidio di una giovane madre (Anna Kendrick) ed il rapporto con la fin troppo paziente cameriera-badante (Adriana Barraza), che le fa anche da autista nel suo peregrinare tra Los Angeles ed il Messico per procurarsi antidolorifici più forti per lenire le sue lancinanti sofferenze fisiche (e morali).

'Cake' è il tentativo - riuscito solo sul fronte interpretativo - di Jennifer Aniston di affrancarsi da tanti (forse troppi) ruoli comici e da commedia che hanno segnato finora la carriera della brava e bella attrice californiana: il risultato è un drammone che tocca temi molto delicati come il disagio, tanto fisico quanto ancor più morale, di una persona nell'affrontare la tragedia della perdita di una persona cara, che scombussola totalmente la sua vita sotto tutti i punti di vista.

Il film che vede dietro la macchina da presa il regista Daniel Barnz, al momento filmmaker dalla filmografia piuttosto anonima, che nel rendere in immagini la sceneggiatura di Patrick Tobin, in cui c'è veramente parecchia carne al fuoco, fallisce miseramente, con lungaggini spropositate, mancanza quasi totale di senso del racconto e un ricorso a simbolismi - Claire è pressoché sempre distesa, nel letto e sulla macchina, a sottolineare il fatto che è 'a terra' e l'ultima inquadratura la vede finalmente rialzarsi e rimanere in posizione eretta sulla vettura - insistiti e scene effettistiche - i sogni/incubi di Claire con cui parla con la giovane morta, sottolineati da colori forti - che mal si legano al resto del narrato, fatto, come già accennato, di lunghe e tortuose scene dialogate.

L'opera funziona meglio dal punta di vista della resa del cast, con una Aniston che fornisce una sofferta prova in un ruolo così scomodo di donna che ha si subito un brutto scherzo dal destino ma che si interfaccia malamente con il resto del mondo, tanto da far perdere le staffe alla gentile Silvana, donna di umili origini messicane che la scarrozza in ogni dove, subendo continuamente le sue sferzate sarcastiche, anch'essa resa magnificamente da Adriana Barraza, solida caratterista ricordata per il suo ruolo in 'Babel' di Inarritu; non male anche le apparizioni/visioni di Anna Kendrick e il cameo di William H. Macy, mentre il ruolo di Sam Worthington, vedovo della donna suicida con figlio, è francamente un doppione della protagonista e quindi superfluo.

Un film irrisolto.

Voto: 5 (v.o.s.).

 

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