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Miles Ahead

Regia di Don Cheadle vedi scheda film

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La recensione su Miles Ahead

di Mulligan71
7 stelle

Il Cinema del 2015 ha curiosamente omaggiato due grandi trombettisti jazz, con "Born To Be Blue", di Robert Budreau, per Chet Baker e questo "Miles Ahead" per Miles Davis, che è stato molto più di un semplice musicista jazz. A differenza del film di Budreau, buono ma piuttosto prevedibile e patinato, qui, Don Cheadle, al suo esordio come regista, realizza una pellicola decisamente migliore, nervosa, moderna, cinematograficamente più interessante. Sceglie un periodo poco noto della complessa biografia del trombettista di Santa Monica, ovvero gli anni che vanno dal 1975 al 1981, periodo in cui smise completamente di suonare e incidere, ritirandosi a vita privata, dove gli eccessi furono i protagonisti, finendo per minarne il fisico, portandolo a una morte piuttosto prematura, nel 1991. Cheadle ha creduto moltissimo in questo progetto, si vede, e interpreta a meraviglia questo Miles Davis del tutto fuori controllo, junky e decisamente antipatico, che trova però una dimensione migliore, con i flashback che raccontano della storia d'amore, ovviamente tormentata, con Frances Taylor, ballerina, che diventerà la sua prima moglie. Questa idea di raccontare quasi in parallelo due Davis così differenti, è fra le armi vincenti di un film bello e affascinante bilanciando il ritmo forsennato del tardo Davis, peraltro immaginato in una storia di pura finzione, fra il cronista di "Rolling Stone", un discreto Ewan McGregor, e il nastro d'incisioni sottratto dalla casa discografica a Miles. E' chiaramente insostenibile lo sforzo di racchiudere tutto un personaggio così sfaccettato in soli cento minuti di film, cosa che Cheadle non voleva fare, ma sicuramente, aiutato anche da moltissima musica originale, non è il solito "biopic" fatto tanto per fare. Qui c'è qualcosa in più, finalmente. Per parafrasare il titolo di uno dei grandi dischi di Davis, questi sono "Sketches Of Miles". Un vero jazz movie.

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