Espandi menu
cerca
Tempi moderni

Regia di Charles Chaplin vedi scheda film

Recensioni

L'autore

champagne1

champagne1

Iscritto dal 18 gennaio 2012 Vai al suo profilo
  • Seguaci 47
  • Post -
  • Recensioni 963
  • Playlist 6
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Tempi moderni

di champagne1
10 stelle

A soli 7 anni Charles Chaplin esordisce nel suo primo spettacolo teatrale per sostituire la madre, una ragazza abbandonata dal marito e con i primi sintomi di una malattia psichiatrica, in continue difficoltà economiche.
I travagli infantili molto probabilmente condizionano e formano non solo il carattere ma anche il suo genio artistico: Chaplin dichiarerà di essere stato notevolmente influenzato dalla miseria vissuta, dall’osservazione della malattia della madre e dai tanti personaggi di strada conosciuti in quegli anni.

 


Quando in pieno maccartismo fu attenzionato dell'FBI per presunte attività anti-americane fino a venirgli negato nel 1952 , mentre si trovava in viaggio a Londra, il permesso di rientrare negli USA, gli elementi che pesarono nelle accuse furono la sua presunta origine ebraica, l'amicizia con il regista britannico Ivor Montagu (ritenuto una spia sovietica), e la realizzazione di alcuni suoi film, in primis Modern Times.



Il film parla delle condizioni di vita dopo la Grande Depressione del 1929 e - con le dovute modifiche - probabilmente risulterebbe ancora attualissimo anche ai giorni d'oggi. I temi ci sono tutti: dalla alienazione degli operai a causa dei ritmi disumani e ossessivi della catena di montaggio, alla sperequazione sociale con classi propense al consumismo di fronte ad altre alla semplice ricerca di soddisfazione dei più elementari bisogni materiali, all'eterno confronto fra l'individuo e una società sempre prona a riconoscere i diritti dei più forti .
Solo che Chaplin non è Ken Loach e il suo genio riesce a illustrare il dramma umano e sociale senza rinunciare all'umorismo; il film è disseminato di gag e scenette, ma soprattutto è imbevuto dalla leggerezza che nasce da due protagonisti così innocenti da risultare poetici.

 



Nonostante fosse già possibile realizzare un film sonoro, Chaplin era poco convinto dei benefici legati alla nuova tecnologia; alla fine realizzò un film muto con effetti sonori sincronizzati e alcune scene sonore, tra cui quella della canzone in grammelot "Je cherche après Titine".
Oltre alla scena iconica di Charlot fra gli ingranaggi di una macchina industriale che sembra arrivare direttamente da Metropolis, sono tante le scene da ricordare: dalla danza sui pattini sul ciglio del precipizio nei grandi magazzini, alla sadica macchina per nutrire gli operai mentre continuano a lavorare, alle peripezie per servire un cliente al ristorante mentre si svolge un ballo di gruppo, alla scena della prigione con l'inversione dei ruoli.

 


Un'opera di grande impatto, fortemente politica e sorprendenentemente attuale, che sa parlare alle nostre coscienze senza trascurare i nostri cuori.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati