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Animal - Il segreto della foresta

Regia di Brett Simmons vedi scheda film

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La recensione su Animal - Il segreto della foresta

di Maciknight
5 stelle

Animal, il segreto della foresta segue i canoni dei classici del genere “predatore contro gruppo di umani”, senza fronzoli ed effetti speciali, come si usava una volta, artigianalmente, e questo credo si possa considerare un aspetto positivo, che rende merito al regista e sceneggiatori, che però si perdono in corso d'opera

Animal, il segreto della foresta segue i canoni dei classici del genere “predatore contro gruppo di umani”, senza fronzoli ed effetti speciali, come si usava una volta, artigianalmente, e questo credo si possa considerare un aspetto positivo, che rende merito al regista e sceneggiatori. Anche la narrazione è abbastanza lineare e semplice, gli attori sono nella parte, abbastanza convincenti, i personaggi ed i ruoli ci sono quasi tutti, compreso il cinico che sacrificherebbe volentieri la vita degli altri per salvare la sua, dimostrandosi più mostro di quello primordiale, aggressivo ed ignoto, che compare all’improvviso nella foresta e miete vittime apparentemente per alimentarsi. Così come non mancano gli eroi disposti a sacrificarsi per cercare di salvare gli altri. I meccanismi psicologici comportamentali dei componenti del gruppo sono abbastanza ben delineati, con rispetto per il realismo contestuale (rendendoli cioè credibili nelle circostanze in cui sono immersi) anche se i dialoghi lasciano a desiderare. Altra nota positiva è che la creatura predatrice rimane ignota come provenienza, non ci sono spiegazioni, neppure finali, sulle origini di questa specie “aliena”, nel senso di sconosciuta ed apparsa all’improvviso senza alcun precedente e nulla che le assomigli vagamente, nemmeno tra i miti, le leggende del bestiario medievale e della più moderna criptozoologia. Il film probabilmente nelle intenzioni degli autori, non ha alcuna pretesa culturale, di razionalizzazione, scientificità, ecc., per cui non ci si spende in spiegazioni, analisi e ricerche, si narra solo una storia, le reazioni, e la lotta per la sopravvivenza che un gruppo di umani deve intraprendere quando si trova in tali circostanze senza alcuna preparazione. Privi di armi e non essendo marines o membri di forse speciali in vacanza, non sanno difendersi, devono improvvisare. Dovremmo essere grati anche per il fatto che le protagoniste femminili non sono descritte inette, imbranate ed inciampanti ad ogni più sospinto durante le fughe, come succede abitualmente nei film di genere. Dove emergono lacune ed incongruenze è nel corso della narrazione ed ambientazione nel rifugio del gruppo, una vecchia baita dove si concentrano tutti i protagonisti sopravvissuti ai primi assalti predatori. La modalità con cui chiedono aiuto usando il cellulare che ancora prende, prima che si esaurisca la batteria, è a dir poco superficiale ed ambiguo, come se la sceneggiatura volesse sorvolare anche su questo punto fondamentale, per poter concentrare la narrazione sui protagonisti, senza dar loro alcuno scampo, come a sentenziarne fin da subito l’isolamento e l’impossibilità di ricevere rinforzi. Ma in tal caso sarebbe stato più congruo far risultare l’assenza di segnale, piuttosto che un comportamento inappropriato alla situazione. Così come risulta abbastanza ridicolo l’altro rinforzo, quello “infrastrutturale”, cioè il modo quasi ridicolo col quale hanno rinforzato gli accessi alla baita, cioè tutti i punti deboli, che rivelano anche i punti deboli del film. La sceneggiatura sorvola con troppa leggerezza su questi aspetti, gli assi e la mobilia accostata (accatastata) alle finestre che parrebbero distrutte, non sono assolutamente in grado di tenere fuori nessuna creatura, tantomeno una mostruosa come quella descritta, che avrebbe potuto entrare senza alcuna difficoltà (in netto contrasto e contraddizione con il finale, che non anticipo, ma durante il quale la creatura dimostra di aver forza sufficiente ad infrangere materiale ben più resistente di sottili assi di legno messe di traverso). Non so quanto ciò sia deliberatamente voluto dagli autori o se è solo sciatteria tecnica, ad ogni modo è un rilievo disturbante, che spiazza lo spettatore, che non sa più se deve continuare a prendere sul serio la narrazione o se deve interpretarla con altri codici di interpretazione, entrando nel surreale. Anche perché i protagonisti sono tutte persone intelligenti ed in grado di pensare ed agire di conseguenza, disponendo di tempo e mezzi per aumentare almeno le difese passive, invece di perdersi nel cazzeggio .... Gli autori escono dal seminato, che parrebbero aver intrapreso nel corso delle narrazione, anche quando tramite i protagonisti descrivono la creatura predatrice come soggetta alle leggi di natura, che uccide cioè solo per nutrimento e quindi si dovrebbe limitare ad una preda per volta, fermandosi finché non ha esaurito il cibo e deve di nuovo soddisfare la fame. Un aspetto sul quale gli autori spendono molta parte del film nei dialoghi tra i sopravvissuti, sull’esigenza di sacrificare qualcuno di loro per fare da preda o da esca, per dare agli altri la possibilità di fuga. Invece nella parte finale la creatura parrebbe più motivata dal desiderio quasi ossessivo di uccidere tutte le prede in movimento, manifestando anche comportamenti antropomorfi fino quasi ad invertire i ruoli, come se le esche ed i trucchi li producesse la bestia, meglio dell’uomo. Il bagno di sangue finale, prevedibilissimo e repentino, esce a mio avviso dal filo conduttore narrativo che sembrava si profilasse inizialmente, quasi come se si fossero imposti di stare in tempi narrativi brevi, perdendo in tal modo l’opportunità di inserire qualche ulteriore invenzione narrativa, di cui gli autori non sembra facciano difetto. In quanto al finale a sorpresa (proprio le ultime inquadrature), in realtà era prevedibilissimo per qualsiasi spettatore che abbia visionato il film con un minimo di attenzione e colto gli indizi in corso d’opera, caratteristico tra l’altro di quasi ogni classico del genere che si rispetti.  Il film è volutamente troppo breve, non so se per motivi di budget o altro, ed anche questo aspetto concorre a fornire quella sensazione finale di occasione sprecata, o quantomeno non ottimizzata, producendo un film senza infamia ma anche senza lode, diciamo mediocre tendente al discreto.

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