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Taxi Driver

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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La recensione su Taxi Driver

di Dompi
10 stelle

"In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno. È un uomo dimenticato e solitario che deve disperatamente provare di essere vivo."

 

Capolavoro del '76 targato Scorsese.

Siamo fin da subito immersi nel putrido fetore dei bassifondi di New York, il degrado deludente e desolante di una routine personale e infernale che Travis Bickle porta dentro di sè.

 

"Ma dici a me?", Travis Bickle risponde alla propria domanda cambiando la propria vita per provare le sensazioni vivide di essere vivo.

"Ne vuole droga, coca, erba?". Travis non vuole nulla, per essere vivo devi essere teso all'azione. Riprogramma la propria vita nella scena che simboleggia la propria volontà fisica e mentale di cambiare, la scena dell'allenamento dove con forza stringe il pugno verso il fuoco ardente del fornello. "Tutti i muscoli dovranno essere tesi".

 

Interviene l'amore nella vita di Travis, una passeggera transizione del nero della disperazione. Travis ama Betsy ma il tutto si risolve in un enorme fallimento e la donna si allontana per sempre da lui.

 

Interviene allora un senso di dovere indotto nella psiche di Travis, aiutare Iris e sottrarla dalla prostituzione. Il nemico disperazione è però sempre sulla porta e sempre più solo Travis inizia a soffrire di gravi disturbi psichici e decide di uccidere il senatore Palantine rappresentante secondo la propria visione sociale dell'ipocrisia becera statunitense.

 

La città si accorge finalmente di Travis, quando riesce ad uccidere e a salvare il "protettore" della ragazza e i suoi complici considerandolo a tutti gli effetti un eroe cittadino. La città non sa che però nei piani del presunto eroe compariva l'uccisione del senatore che, se portata al suo adempimento, avrebbe reso Travis un assassino agli occhi dei mass media. 

 

Emblematico l'ultimo sguardo nevrotico del tassista Travis riflesso nello specchietto retrovisore che insinua nello spettatore un dubbio fatale, sarà davvero guarito il nostro presunto eroe o sarà soggetto ad azioni violente?

Dubbio emblematico, per fare un collegamento pregnante, presente nell'ultima scena di Arancia Meccanica.

Lì Alex esclama "Ero guarito, eccome!", qui invece Scorsese affida al silenzio la chiave interpretativa del finale del film.

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