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Taxi Driver

Regia di Martin Scorsese vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Taxi Driver

di GIMON 82
10 stelle

"Credo fermamente che si possano esternare,ed esorcizzare i propri demoni,le proprie patologie nevrotiche,esponendole alla luce del giorno della drammaturgia,scrivendole su una parete pubblica.Impari su te stesso.....e disperdi il potere malvagio di questi elementi.Credo sia utile,quando dico che mi sono dato alla sceneggiatura come autoterapia.
Paul Schrader. 


Un affermazione "autoterapeutica" quella di Schrader,è da qui che nasce Travis Bickle.Su "Taxi Driver" si sono versati fiumi d'inchiostro cercandone una logica sociale o didascalica.Molti hanno pensato a Bickle come al ritratto apologico del trauma post-Vietnam,in parte è cosi:quando De Niro sfoggia il taglio alla "mohicana"evoca i marines del sud est asiatico che andavano "sulla collina",ovvero in battaglia,pronti a dire "fuck off" al plotone  e alla vita stessa.Un annedoto appreso da Scorsese da un ex marines,e inserito nel film.L'acconciatura di De Niro evoca l'inferno del soldato nella giungla,quella di Travis è pero una giungla metropolitana:d'asfalto e d'aria putrefatta di crimine e alienazione.De Niro s'immerge "chimicamente" nel suo personaggio,studiando le malattie mentali e gli accenti degli Yankee di provincia.L'idea di un film cosi' controverso oltre al trauma generazionale partorito dalla guerra,è nella psicosi dell'individuo.Bickle/De Niro è un alter-ego di Schrader,Paul Schrader nel 1975 è uno sceneggiatore in ascesa nella "new-hollywood" dopo averne firmato (con il fratello Leonard) il film "Yakuza" di Pollack.Cresciuto in una famiglia opprimente e intrisa di fanatismo religioso,Paul vive una gioventu' traumatica,inibito dall'educazione oltranzista dei genitori che gli vietano la visione dei film,idealizzati come "frutto del demonio".Crescendo nella ribellione ai dogmi calvinisti,Schrader s'iscrive ad una scuola di cinema dimostrando una creativita' geniale.Ma il talento non ripaga una vita alla deriva,cacciato dalla moglie e senza un soldo,Paul si aggira per New-York tra cinema porno e alcol a volonta'.Una personalita' distrutta dalla psicosi di una gioventu' mai vissuta,finchè non arriva un ulcera perforante che ti sbatte su una barella.Ed è allora che nasce Bickle,come forma d'autoterapia,figlio di demoni interiori che non possono abitare la tua mente,ma devono uscire allo scoperto,sotto forma di un tassista insonne e alienato.Schrader unisce il suo demone Bickle alla creativita' insaziabile di Scorsese,regista in ascesa,anch'egli votato all'autodistruzione.Ne verra' fuori un dipinto asfittico,di un America dall'abbrutimento dilangante,e dalla ferita ancora aperta di una guerra persa.In "Taxi Driver" i personaggi e la citta' sono il punto d'osservazione di una mente malata,quindi tutto è deformato e abbinato allo spirito in disfacimento di Travis.Scorsese cita Godard,Cassavetes e il neorealismo italiano,entrando a piene mani in un inferno interiore trasfigurato nell'universo fumoso della New York anni 70.Le inquadrature e la fotografia nebulosa sono figli dell'innovazione "new-hollywoodiana","Taxi Driver" ne è l'esempio tipico,nella strutturazione consona piu' ai fantasmi del protagonista che ad un contesto circostante.Chi ci parla non è il film: è Travis, un anima (auto) distruttiva,un dissociato dal suo IO interiore,una contraddizione vivente che da frequentatore di sale a luci rosse e consumatore di acidi,si lancia nelle vesti di "angelo sterminatore" nel "progetto" salvifico di ripulire la feccia dalla citta' e redimere una prostituta bambina."Taxi Driver" è un opera cruda e nevrotica,un calcio di angoscia scagliato in pieno ventre,che fa male,molto male.Scorsese e Schrader compiono un salto nella loro carriera regalandoci un opera di valore assoluto:nel raccontare la psicosi attraverso la figurazione della strada:sporca,abulica e nichilista.Un quadro pregno di ridondante pessimismo che viaggia all'inizio a bassa velocita',nella solitudine esistenziale e nel male di vivere,per poi "accellerare" sempre di piu' nel "rosso sangue" di un psicosi urlata a voce aperta.Il sangue finale e la fantastica ripresa dall'alto simboleggiano una mattanza creata da fantasmi interiori nati in chissa' quali contesti.Schrader e Scorsese pongono l'accento sul ruolo dei mass-media che esaltano l'"Eroe" Bickle,una televisione deviata e malata come il protagonista del film,dove un bagno di sangue ti rende celebre all'unisono,restituendoti alla societa' "sano e pulito",almeno all'apparenza.Gli occhi di Travis nello specchietto retrovisore ci mentono,l'incubo metropolitano continua......

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