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Attrazione fatale

Regia di Adrian Lyne vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Attrazione fatale

di zombi
8 stelle

all'epoca era uno di quei filmoni che facevano, non dico la coda, però riempivano i cinema. sale singole come l'orfeo di parma(se non ricordo male) in centrissimo, proprio quasi su via mazzini. fotografia a forti contrasti che ricorda molto gli occhiali fumè, il film dell'abile lyne si lascia ancora guardare senza infamia. e non è colpa del parrucco cotonè di douglas o delle spalle super-imbottite delle giacche delle signore che mi ha fatto annusare un'aria da modernariato impolverato accatastato come nel balùn torinese visto nè "la donna della domenica". siamo nella new york che conta degli avvocati. i vips abitano loft ristrutturati totalmente bianchi in zone un pò losche, o come l'alex del film, vicini ai mercati della carne dove la gente lavora 24h/24h. ambiente tra l'altro ideale per un tardo slasher/erotico... comunque. l'uomo di pongo dan(douglas)è solo in città, dovrebbe raggiungere moglie e figlia in campagna dai suoceri dove tra l'altro dovrebbe andare a vedere una super casa con super giardino, ma si lascia titillare e irretire da alex. donna super rampante, una sigaretta tira l'altra, tutta in bianco, che quello che non lascia intendere con lo sguardo truce di quei due occhi unici, affondati nel cranio e nel mascara e troppo vicini, contornati da quella nuvola flou di riccioli biondi(direi oscar a chi ha ideato il trucco per rendere la close oggetto erotico), lo dice apertamente per non lasciare scampo alle sue prede. il mascellone in attesa di promozione per potersi permettere la caparra della magione in campagna, che per lui significherebbe il passaggio a persona di altro livello sociale, sente una scossina proprio sul prepuzio che pende in abbondanza nei boxer di seta(o forse ancora di cotone, ma mi sembra di aver visto sfilare degli slip)e squish(perdonatemi se ho sbagliato l'onomatopea)l'avvocatino che sta per trasformarsi in avvocatone, ritorna ragazzino e passa praticamente una due giorni da single in città. tutto sembrerebbe andare per il meglio. il mascellone ringalluzzito ha sfogato l'euforia della probabile/prossima promozione, è pronto per tornarsene tra le mura domestiche in attesa che la famiglia torni a riempire i suoi caldi, rilassa(n)ti giorni da uomo sposato e padre. solo che alex non se ne sta buona come una professionista del sesso a pagamento, che una volta consumato e saldato il dovuto, non se ne sa più niente. alex si ripresenta come un piccolo fastidio, per poi scoppiare come una fastidiosa e purulenta infezione ai genitali. il problema è che per dan, alex è stata una meravigliosa avventura, da confinarsi però in una botta e via. che magari avrebbe potuto anche continuare negli anni, se la donna non avesse voluto di più. quando lyne inquadra  la foto di famiglia sul comò nella villa in campagna in quel finale così eighties e così "camping del terrore" è come se ricomponesse il focolare domestico dopo aver debellato la patologia. daltronde il mascellone si è reso conto della propria disonestà quando alex ha violato la sua intimità famigliare. quando ha preso in mano il coltello e ha manifestato il suo diritto di avere ciò per cui lui l'aveva illusa; sicurezza e felicità. le poche cose che sappiamo di lei è che il padre è morto giovane d'infarto e forse qualcosa dai medicinali che s'intravedono in una scena. allora il prode cavalliere dei diritti legali americani s'avvede e confessa alla mogliettina tutta figlia, casa, volvo, cane e villa nei sobborghi, il suo errore. il peccato che lo ha fatto sviare dal matrimonio verso una pericolosissima(ma loro ancora non sanno quanto)avventura extra-famigliare. film iconico per la close, che mai più le si sarebbe presentata un'occasione simile e succulenta(aggiungerei)per dar sfogo al suo indubbio talento trasfornista. il film è suo, l'attesa è per lei e per le sue scene. douglas, uomo medio, mediamente brutto(suo padre per giove era ben altro pezzo di uomo)e mediamente flaccido rappresenta bene il professionista appesantito dal lavoro di scrivania e dalla routine del matrimonio... "se sei felice perchè cerchi avventure" le chiede a bruciapelo alex in una scena all'inizio, mettendolo giustamente in imbarazzo. però questa è una domanda che probabilmente l'uomo-dan si porrà dopo, a frittata avvenuta. sua moglie, anne archer, credo non glielo chieda nemmeno il perchè. è incazzata e lo vuole fuori di casa, e forse quel finale horror-slasher serve proprio per accomodare presto e bene l'armonia della famiglia. sacra, malaticcia, ipocrita e traballante. un tuffo non male nel passato.

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