Regia di Alessandro Siani vedi scheda film
Alessandro Siani vola qui bassissimo regalandoci un film dallo humour buonino buonino la cui colonna portante sono peraltro gags davvero scontate che finiscono col deludere anche i palati meno esigenti.
Guardando film come “Si accettano miracoli” viene da chiedersi come mai un Paese capace in passato di produrre commedie assolutamente geniali non riesca oggidì ad affrancarsi da un cinema fatto solo di stereotipi e che sa solo presentare un'Italia tanto solare quanto inesistente. Perché Siani (Siani in questo caso, ma si potrebbe citare un nome a caso del cinema leggero contemporaneo di casa nostra) crede di doverci mostrare una realtà rurale fatta di torpedoni degli anni '60, di una piazza di paese dove l'arrotino affila i coltelli delle massaie e le galline scorazzano libere, di televisori a valvole e di villici zoticoni che non hanno mai sentito parlare di internet? A cosa siamo arrivati? Al NeoIRrealismo? Davvero Siani vola qui bassissimo e regala un film dallo humour buonino buonino e -quel che è peggio- scontato e che ha deluso le già misere aspettative che in esso riponevo. E poi, tornando al discorso della realtà irreale: Non sarebbe lecito pensare che due fratelli nati e cresciuti insieme parlino col medesimo accento? O cos'è? Uno passava le sue giornate a Napoli, l'altro nella Pianura Padana, e poi alla sera si ritrovavano in Umbria per darsi la buona notte?
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