Fulvio (Alessandro Siani), tagliatore di teste senza scrupoli di una nota multinazionale, dopo aver fatto piazza pulita dei rami secchi dell’azienda viene a sua volta licenziato. La sua reazione non esattamente composta gli costa cara: un mese di servizi sociali da scontare nella casa famiglia di suo fratello Don Germano (Fabio De Luigi), parroco di un piccolo borgo del sud d’Italia. Da manager consumato e scaltro qual è, Fulvio non ci mette molto a capire che per aiutare suo fratello, i bambini e il paese, c’è bisogno di un vero e proprio “miracolo”. E quindi, all'insaputa di tutti, se ne inventa uno. L'idea all'inizio sembra funzionare a meraviglia e quel borgo dimenticato da Dio si trasforma in un luogo di culto e pellegrinaggio per migliaia di devoti. Ma quando il Vaticano invierà sul posto i vescovi a fare le verifiche del caso, il piano di Fulvio comincerà a vacillare…
Note
Siani si abbandona completamente al registro favolistico nel tentativo deliberato di distrarre lo spettatore e costruisce un rassicurante mondo da cinema parrocchiale fatto di una comicità tutta giocata sulla fisicità, oltre che su un gruppetto di bambini simpatiche canaglie, su Fabio De Luigi e sulle battute dello stesso Siani, spesso anticipate dallo spettatore per via della loro costruzione meccanica. E qui sta il difetto principale del film: nell’autocensura di Siani. Che si dimentica dell’improvvisazione da folletto imprevedibile del palcoscenico per rinchiudersi un rigida gabbia dorata che sa di déjà-vu a ogni inquadratura.
Carina la storia delle statue che piangono e la vediamo spesso nella realtà (per la gioia dei tanti fessi che vogliono crederci); nell'insieme non mi è dispiaciuto, voto 7.
Alessandro Siani vola qui bassissimo regalandoci un film dallo humour buonino buonino la cui colonna portante sono peraltro gags davvero scontate che finiscono col deludere anche i palati meno esigenti.
Seconda regia di Alessandro Siani, che non si migliora rispetto al pessimo debutto da autore. La confezione fiabesca malriuscita aumenta il senso di artificioso che si associa ad una regia didascalica ed una struttura che prova a dare spazio al protagonista a ogni costo. Poco originale, certamente prevedibile, a tratti irritante.
Ho sempre dato ai film una lettera, per i capolavori assoluti, una A, poi a scendere, fino alla morte del cinema , i film di serie Z. Mi preme dire, che per questo film, anche la Z sarebbe quasi troppo. Non voglio dilungarmi oltre!
Guardando film come “Si accettano miracoli” viene da chiedersi come mai un Paese capace in passato di produrre commedie assolutamente geniali non riesca oggidì ad affrancarsi da un cinema fatto solo di stereotipi e che sa solo presentare un'Italia tanto solare quanto inesistente. Perché Siani (Siani in questo caso, ma si potrebbe citare un nome a caso del cinema leggero… leggi tutto
Fulvio Canfora (Alessandro Siani), ruspante quarantenne in carriera emigrato da un desolato paesino del meridione d’Italia alla più dinamica Milano, lavora presso un’azienda multinazionale, svolgendo con disinvoltura ed efficienza l’ingrato ruolo di tagliatore di teste. Finché il suo capo non gli comunica che anche lui è stato licenziato, e la sua vita… leggi tutto
Non desidero essere partigiano. Il Siani di questo film non è lo stesso de' Il principe abusivo, dove mi sono sinceramente smascellato dalle risate. Però è sempre Siani. E a me è piaciuto. E spiace leggere recensioni che demoliscono questo film (per la cronaca, l'ho visto ieri pomeriggio) sulla base del fatto che, per una volta, non si ride con battutacce piene di… leggi tutto
Non c'è che dire: quando si tratta di film brutti, ma brutti davvero, il cinema italiano si batte ad armi pari con quello statunitense. Notevoli le performance dei film interpretati da Christian De Sica, Massimo…
Film di serie B, film beatificati ad arte dalla critica, film riusciti male, film pretenziosi, o anche solo lavori pateticamente ignobili: il panorama dei film brutti è variegato, nonché, come…
In questa commedia, Alessandro Siani interpreta un "tagliatore di rami secchi" aziendale, che viene a sua volta "tagliato". Dopo aver dato in escandescenze, è affidato a fratello e sorella, dei quali uno è prete di Rocca di Sotto, un paesino di montagna della Campania, ove si occupa di una casa-famiglia per piccoli orfanelli, e l'altra collabora con il suddetto. Durante la sua…
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Commenti (8) vedi tutti
Carina la storia delle statue che piangono e la vediamo spesso nella realtà (per la gioia dei tanti fessi che vogliono crederci); nell'insieme non mi è dispiaciuto, voto 7.
commento di stokaiserSe lo conosci lo eviti.
commento di vieriCast Femminile interessante ... quello Maschile non saprei cosa dire di Siani (De Luigi e' simpatico ) !voto.0.
commento di chribio1Tra i film più brutti che abbia mai visto. E ne ho visti tanti di film brutti. Chi ha osato paragonare Siani a Troisi pagherà le sue colpe.
commento di silviodifedeEvitatelo come la peste.
leggi la recensione completa di tobanisAlessandro Siani vola qui bassissimo regalandoci un film dallo humour buonino buonino la cui colonna portante sono peraltro gags davvero scontate che finiscono col deludere anche i palati meno esigenti.
leggi la recensione completa di marcopolo30Seconda regia di Alessandro Siani, che non si migliora rispetto al pessimo debutto da autore. La confezione fiabesca malriuscita aumenta il senso di artificioso che si associa ad una regia didascalica ed una struttura che prova a dare spazio al protagonista a ogni costo. Poco originale, certamente prevedibile, a tratti irritante.
leggi la recensione completa di scandonianoHo sempre dato ai film una lettera, per i capolavori assoluti, una A, poi a scendere, fino alla morte del cinema , i film di serie Z. Mi preme dire, che per questo film, anche la Z sarebbe quasi troppo. Non voglio dilungarmi oltre!
commento di HoVistoIo