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La felicità è un sistema complesso

Regia di Gianni Zanasi vedi scheda film

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La recensione su La felicità è un sistema complesso

di Oss
3 stelle

Dovrebbe essere la storia di un professionista, a metà strada tra il manager e lo psicologo, che per mestiere convince giovani imprenditori a vendere le società di famiglia che hanno ereditato a vantaggio di una squadra di squali finanzieri, che si ingrippa (non è vero che entra in crisi) quando si tratta di trattare fratello e sorella adolescenti rimasti orfani.

Dico dovrebbe perché la sceneggiatura è quantomai imbolsita e i personaggi, tutti, dal primo all'ultimo, alla stregua di macchiette, per nulla convincenti e per nulla divertenti, e per nulla drammatiche. Protagonista a parte (fa un lavoro sporco facendo finta di non saperlo - ecco perché non è credibile la sua crisi - e continuando ridicolmente a fare affidamento sul buon cuore dei suoi superiori - mi distusta solo il dirlo), c'è una divisione manichea in buoni e cattivi talmente finta da risultare irritante. Macchietta Mastrandrea che si tuffa in piscina in giacca e cravatta di fronte ai suoi superiori, macchietta il fratello che scappa - letteralmente - correndo perché gli manca il coraggio di dire alla findanzata che non vuole impegnarsi, macchietta quest'ultima che dorme per terra, macchietta il socio-amico finanziere eroinomane (la scopiazzatura di Le conseguenze dell'amore, come di altri film, è palese) che accompagna la sua totale mancanza di scrupoli con discorsi inconsistenti ma una voce gentile e suadente, macchietta il padre del socio-amico finanziere che si dice non parli mai tranne in tutte le scene del film dove conduce le riunioni grottesche del suo team vaneggiando di una fantomatica "purezza", macchiette i due ragazzi orfani la cui dabbenaggine e insulsaggine li fa odiare a ogni persona sana di mente.

Unica cosa che si salva: la fotografia.

Conclusione personale: se questa è la nuova generazione di imprenditori, che salvano posti di lavoro a prescindere dalla sostenibilità delle loro società, perché credono fideisticamente nel bene, nella sincerità d'animo e nella bontà degli uomini, viva gli squali finanzieri, che almeno vendono imprese destinate miseramente a fallire a qualcuno capace di trarne profitto. Basta con questo buonismo d'accatto. VIva i cattivi! 

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