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Regression

Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Regression

di maurizio73
5 stelle

Se la mossa più astuta del Diavolo è quella di farci credere che non esiste, il contributo dello spagnolo Amenabar alla massima luciferina è invece quello di farci sospettare esattamente il contrario, imbastendo un clima sulfureo ed angosciante, per poi farci scoprire una realtà completamente (ma poi non tanto) diversa.

Incaricato dell'indagine sulle presunte molestie di un padre vedovo ai danni della figlia diciassettenne, il detective Bruce Kenner inizia a sospettare l'esistenza di una misteriosa setta satanica che vanterebbe numerosi adepti nella piccola cittadina del Minnesota in cui vive. L'applicazione di una regressione ipnotica su vittime e colpevoli sembrerebbe confermare questa ipotesi. Ma non tutto è come realmente appare...

 

locandina

Regression (2015): locandina

 

Se la mossa più astuta del Diavolo è quella di farci credere che non esiste, il contributo dello spagnolo Amenabar alla massima luciferina è invece quello di farci sospettare esattamente il contrario, imbastendo il gioco a rimpiattino e a carte coperte su chi o cosa possa esserci dietro il caso dei presunti abusi familiari in danno dei due minori di una famiglia disagiata della classica provincia rurale americana, per poi farci scoprire una realtà completamente (ma poi non tanto) diversa.

La regola del sospetto, in questo thriller tratto da una storia vera e scandito da una cronistoria di luoghi e date che non ci dicono nulla, è alimentata dal generale clima di ambiguità caro al regista cileno ed in cui la classica detection tra puritanesimo e agnosticismo, finisce per mettere la troppa carne al fuoco di regressioni ipnotiche, manipolazioni massmediologiche, coscienza collettiva ed un repertorio di simboli sacri a base di croci capovolte e pagliai dalla porta cigolante eletti a polverosi altari di un culto demoniaco (The Exorcism of Emily Rose). Se il pregio principale del film è quindi quello di creare tensione dalle legittime aspettative nell'esistenza di una comunità trasversale di degenerati che mira alla cooptazione od all'istigazione al suicidio, ed in cui gli ammiccamenti sessuali sono delegati alle grazie invero miserrime dell'ex streghetta d'Albione, la solitaria battaglia del credulone scribacchino di Sinister viene portata avanti in modo assai confuso ed approssimativo, sfruttando il discutibile montaggio di una realtà sfuggente, l'abuso senza costrutto della soggettiva ed il flashback di un onirismo macabro imputabile più agli eccessi etilici del protagonista piuttosto che alle sue improbabili illuminazioni notturne. Insomma, affastellando una galleria di personaggi a loro modo luciferini (basta vedere la faccia del prete o le battute dello psichiatra) ed una molteplicità di piste lasciate cadere nel vuoto (un campo di sepolture premature mai venute alla luce, le confessioni di un genitore reticente, la responsabilità di un poliziotto lascivo), il buon Amenabar compie l'errore grossolano ed imperdonabile di gonfiare fino all'inveromile un caso di scuola per poi farlo miseramente sgonfiare in un finale di rara scontatezza e stupidità: la cattiveria della gente comune basta e avanza per far progredire il Male nel mondo senza la necessità di scomodare allo scopo il recalcitrante ed ineffabile Principe delle Tenebre. Presentato al Festival internazionale del cinema di San Sebastián, subisce il giusto scherno della maggior parte dei suoi affezionati e devoti seguaci.


Psichiatra: Ha fatto sentire questa registrazione anche a sua moglie così tante volte?
Detective: Siamo separati.
Psichiatra: Beh, adesso sa il perchè!

 

Elementare...Watson!

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