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La scuola più bella del mondo

Regia di Luca Miniero vedi scheda film

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La recensione su La scuola più bella del mondo

di M Valdemar
2 stelle

 

locandina

La scuola più bella del mondo (2014): locandina



Curre curre guagliò ... Sì, fuori dalla sala!
Incommentabile, questa decimillesima ridicola stupida commedia di noi altri. E, siccome è appunto incommentabile - anche con i più belli bravi buoni propositi - sotto ogni punto di vista (non parliamo di cinema, per favore, ma manco per scherzo), l'unico modo per tentare di "analizzare" La scuola più bella del mondo è restituirne il "valore" nella sua stessa mestissima forma: la barzelletta (ma di quelle che non fanno ridere nemmeno se ti iniettano dosi massicce di gas esilarante).
Christian De Sica, indefesso mattat(t)ore, implacabile e puntuale nonché fastidioso come un virus influenzale, christiandesicaneggia come da (tristissima) abitudine all'ennesima stanca potenza. Tra "buffi" sussulti e forti rumorismi da classica gag dell'uomo che russa, scenette da catena di montaggio della risata a comando, e espressioni fisiche/facciali imparate a memoria come la poesiella di natale a cinque anni, appare un po' svogliato un po' svagato (troppi set e film della stessa pasta, facile confondersi) un po' svuotato (ma non di grana), mentre ci sciorina e fa dono del suo repertorio. Grazie, eh. Ma anche basta. Per favore.
Rocco Papaleo, cuffie in testa e fumetti in sogni ad occhi aperti, interpreta il tipico profe che non gliene frega granché di insegnare. Rocco Papaleo sembra il tipico attore capitato in una commedia che non gliene frega granché di recitare. Rocco Papaleo è simpatico - agli alunni, alla bella insegnante del "nord, a soreta e a Soreta (ok, non è roba mia, c'è un personaggio che si chiama così: immagina che umorismo fantastico. Immagina, puoi) -, è simpatico al pubblico. È simpatico, ma non tanto, 'stavolta. Ma chissenefrega (e l'amaro Ramazzotti, ripetutamente inquadrato, è molto più a suo agio).
Miriam Leone. Ok, l'abbiamo capito: si è data alla Recitazione. Peccato solo che a quest'ultima non sia stato notificato alcunché (carenza di ufficiali giudiziari, soliti casini delle poste, o cosa?). Però ha dei begli occhi verdi.

Miriam Leone

La scuola più bella del mondo (2014): Miriam Leone


Angela Angela Finocchiaro fa la tizia nevrotica fissata coi congiuntivi (fosse stato meglio se non sarebbe capitata in questo posto. Giusto?). Costretta a dialoghi e scenette da oratorio, ha il suo momento di più alta comicità quando per far incacchiare De Sica disegna un pene. Che pena.
Esauriti gli attori principali (esauriti gli attori, esauriti tutti, compresi gli spettatori) - anche se tra i comprimari andrebbe segnalato il televisivo Ubaldo Pantani che ironizza (malamente) su politici locali e di sinistra (che hanno l'icona Che Guevara in ufficio ma non sanno chi minchia sia) e un Lello Arena smarrito tra cessi e camere vigilate da suorine che pregano all'anima sua (ma non alla nostra) - tocca parlare del regista. Tocca proprio, eh.
Luca Miniero lo conosciamo, pure troppo bene, ormai. Questo è il punto più basso (ma si può sempre migliorare. Dai!): dirige e co-sceneggia (sceneggia fa rima con ? ...). Che fortuna. Utilizza tutti gli strumenti a sua disposizione per imbastire uno spettacolo divertente. Forse aveva perso il libretto delle istruzioni, chissà, perché l'idea di umorismo che emana La scuola più bella del mondo puzza di stantio lontano mille miglia e fa cascare le braccia (e qualcos'altro). La formula basilare è impostata sulla contrapposizione sud/nord (scugnizzi/bravi ragazzi, lavativi/professionali, napoletani/italiani, allegri/mosci ecc.) che tanto tanto bene fa.
Il resto è una (in)felice accozzaglia di cose buttate lì: vignette animate a fare da sfondo "morale" alla vicenda, gag costruite su contrasti lessicali e ambientali ma anche su robette in stile Pierino (pernacchie, trivialità assortite, l'esame di disegno di cazzi), intermezzi "sentimentali" (ahinoi) e "poetici" (la wishlist di alunni e insegnanti su sfondo bucolico e con palloncini in aria), momenti ripetuti alla Zecchino d'oro (incluso il finale sottoforma di musical-karaoke) dentro la quale ci finisce l'anthem rivoltoso dei 99 Posse, Curre curre guagliò. E citazioni/omaggi random (cioè "a cazzo di cane": altra favolosa battuta del film), come la lettera di Totò e Peppino ...
Alla fine rimane un unico dubbio: se a Miniero andasse bene, dovremo aspettarci la seconda parte di un altro irrinunciabile dittico, La scuola più brutta del mondo?

Paura, eh?!

 

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