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La canzone del mare

Regia di Tomm Moore vedi scheda film

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La recensione su La canzone del mare

di DottorHudson
9 stelle

Questa film è una meraviglia, vero capolavoro animato. Ci è mostrata un' Irlanda magica, folkloristica, attanagliata a una tradizione che la modernità rischia di uccidere. Vengono affrontati con dolcezza temi profondi come l'incomunicabilità e l'importanza delle emozioni, belle o brutte che siano. Anche visivamente una gioia per gli occhi. Voto 9.

La canzone del mare, il canto, la memoria di storie, miti e leggende del passato. Una tradizione antichissima che rischia di morire, se nessuno si impegna a tramandarla.

 

La storia è quella di Ben e Saoirse, fratello e sorella, che hanno perso la madre e vivono con il padre su un'isola del faro vicino alla costa irlandese. La nonna dei due, convince Connor (il padre) a lasciare andare i bambini a vivere in città con lei. Ben e Saoirse di nascosto intraprendono un viaggio per tornare dal padre e dal ricordo, sempre presente, dell'amata madre.

 

Un racconto, quello di Moore, che fa della nostalgia, del ricordo, della tenerezza, la sua impronta stilistica. Il viaggio dei due bambini ben presto passa da un semplice ritorno a casa a vera e propria missione per la salvezza di un magico mondo nascosto sempre più in profondita nelle pieghe di una società nella continua fretta di evolversi, a scapito delle tradizioni di un popolo, che sono poi ciò che lo modella, che lo rende unico.

Infatti Ben ha una missione affidatagli dalla madre prima di morire: prendersi cura della sorellina, guidarla. Soltanto adesso capisce il significato di quelle parole, dal momento che Saoirse è una Selkie, l'unica che può salvare le creature fatate, pietrificate dalla Macha, la strega gufo, nel distorto pensiero che togliendo le emozioni, belle e brutte, alle creature, si faccia il loro bene. Per fare questo Saoirse dovrà cantare la canzone del mare del titolo, ma Saoirse, anche se ha sei anni, non sa ancora parlare.

 

L'incomunicabilità è quindi un altro tema evidente in questo film. Non si è più capaci di esprimere le proprie emozioni, perchè convinti che il rischio sia quello di soffrire ancora di più. Inside Out, ben più noto, porta un anno dopo del film di Moore questo messaggio. La cultura moderna ci ha spinti a credere che la tristezza, la rabbia, il dolore, la paura siano solo ed esclusivamente emozioni negative, quando sono in realtà parte integrante fondamentale dello spettro emotivo umano, quello che ci rende persone, e quindi dotate di sensibilità. 

 

La canzone del mare presenta una meravigliosa, penetrante, immersiva, animazione tradizionale in 2D. E' un esplosione di colori quella che si ha davanti, è un Irlanda viva, verde, umida, vasta. I paesaggi hanno una capacità unica di catturare la fantasia dello spettatore, e così i personaggi e la loro espressività delineata con un disegno apparentemente semplice, ma in realtà studiatissimo per trasmettere tutte le emozioni, anche quelle represse, punto focale del film.

 

Questo gioiello, questo vero capolavoro dell'animazione e del cinema, arriva proprio quando ce n'era bisogno, in un periodo (2014) in cui la Pixar si trascinava ancora nella crisi di sequel o di film poco incisivi, a ricordarci che l'animazione non è solo Disney e Dreamworks, non è solo prodotto di intrattenimento per bambini e famiglie, ma ha le potenzialità per raccontare la vita e l'uomo in modi che il cinema con attori in carne ossa non è in grado.

Se è si vero che Moore si rifà molto a Miyazaki e allo studio Ghibli, che dagli anni '80 descrive la tradizione mitico-leggendaria come parte fondamentale di un popolo, è chiara l'impronta europea e qui più specificamente ed evidentemente irlandese in questo meraviglioso, commvente film che mi auguro venga scoperto da più persone e che possa essere riconosciuto come un passo fondamentale dell'animazione moderna.

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