Regia di Alan Taylor vedi scheda film
"Il futuro non è ancora scritto!".
Sì, ma neanche il passato evidentemente, perché quando Skynet si accorge che sta per perdere la sua battaglia nel 2029, ecco che decide di usare la sua arma più potente, quella di manipolare il tempo passato per correggere il futuro.
Ma poiché ogni azione riceve una mossa di reazione, il flusso temporale comincia a prendere diversi orientamenti asseconda di come vengono affrontati gli snodi cruciali degli eventi...
Doveva essere il link per riagganciare un saga che negli ultimi tempi aveva peso di mordente (e di pubblico) e farla sentire attuale passando per il nostro tempo, oltre che per rilanciare il ruolo di Schwarzenegger, che più di tutti incarna il protagonista dell'epopea, e così è stato.
Senza passare dall'impietoso confronto fra i protagonisti originali (la vecchia e la nuova Sarah Connor e il vecchio e il nuovo Kyle Reese), non ho apprezzato una certa atmosfera un po' scanzonata a tipo "Ritorno al Futuro" o certi discutibili colpi di teatro per far sopravvivere i protagonisti, in modo da assicurarsi le basi narrative per un successivo sequel.
Un breve exursus sul tema della minaccia di una rete informatica iperconnessa che nel lontano 1984 sembrava una pura congettura teorica, quando invece oggi ci appare un dato della quotidianità e forse siamo in grado di apprezzare, oltre ai vantaggi, anche i pericoli a breve e soprattutto a lungo raggio di tale situazione.
I nostri protagonisti provenienti dal 1984, quando sentono un nostro coevo dire che vuole essere sempre "connesso", esclamano: "ma connesso a cosa?", specificando come in 30 anni un concetto fantascientifico sia diventato ormai una realtà.
Ma il tema dei pericoli dell'interconnessione globale me lo ricordo lanciato addirittura dal professor Vacca nei lontani anni '70 che scrisse prima un saggio "Il Medioevo prossimo venturo", poi - sentendosi non sufficientemente compreso - lo tradusse in un romanzo di SF dal titolo "La morte di Megalopoli".
Oggi siamo nelle condizioni preliminari a quello che veniva profetizzato nel primo Terminator, ma evidentemente il gap sta tutto nelle nostre macchine cibernetiche che non sono abbastanza intelligenti come ci aspettavamo...
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