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Black Mass - L'ultimo gangster

Regia di Scott Cooper vedi scheda film

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La recensione su Black Mass - L'ultimo gangster

di mc 5
10 stelle

Film potentissimo, che si colloca sulla scia di uno dei miei generi preferiti, quello che ci porta nel cuore dei sistemi crminali-mafiosi-gangsteristici. Un sistema, non dimentichiamolo mai, che trova nelle "menti" italiane un suo terreno d'eccellenza. Si tratta evidentemente di un cancro che cresce in alcuni nuclei sociali che vi sono predisposti. Pensiamo alle mafie italiane (camorra etc) che trovano terreno fertile (per ignoranza, per omertà o quello che volete) in una popolazione che abbocca con facilità ad uno "stato parallelo" che promette loro pane e lavoro (e che le promesse le mantiene pure, sfruttando un clima di illegalità che procura danni immensi al tessuto sociale. Pensiamo a Cosa Nostra. Che non a caso nel film viene sistematicamente attaccata dai gangsters americani in quanto pericolosa concorrente nell'ambito del controllo dei traffici malavitosi. E' storia vecchia; non sono informato di come vadano le cose ora negli USA, ma so che qui nella nostra bella Italia sta di fatto che la mafia naviga nell'oro (sono pieni di soldi che non sanno nemmeno dove metterli) e oggi vede il Nord come ricchissimo terreno di conquista, mentre al Sud legioni di persone "normali" alimentano da anni un'economia che loro considerano ormai più efficiente di quella ufficiale dello Stato. Chiudo la parentesi. E' chiaro che per chi come me ama il genere, il riferimento primario sono i good fellows guidati da Bob De Niro e diretti da Sua Maestà Martin Scorsese. Ovviamente (ci mancherebbe) Scott Cooper non è Scorsese, ma devo dire che se la cava egregiamente mettendo in scena un dramma avvincente che mi ha completamente conquistato. Quel che fa fremere i fans di queste storie (come il sottoscritto) è il dipanarsi di vicende che più o meno ci parlano sempre di gangsters che vedono prima una loro parabola in travolgente crescita, per poi (quasi sempre grazie a doppiogiochisti avidi) iniziare a conoscere la fase discendente, quella in cui i criminali percepiscono il fiato sul collo di qualche investigatore non corrotto. E' un copione, ma che funziona sempre. Tragicamente. E' la legge dura della malavita, dove i gangsters prima o poi trovano qualcuno che fa una soffiata e loro sono finiti. E così anche in questa storia (vera e recente, che si è conclusa con l'arresto e l'attribuzione di ergastolo per il boss americano di origini irlanesi Whitey Bulger, nel vicino anno 2011. La parabola di Bulger è appassionante per lo spettatore (un Johnny Depp gigantesco). Ma lo sono ancor di più i numerosi personaggi che lo circondono, una galleria di caratteristi uno più spaventosamente bravo dell'altro. Le facce giuste, ecco cosa. Maledettamente giuste. Tutte. Con alcuni picchi di talento da far paura. In un film duro, tragicamente ineluttabile nel suo fatale percorso narrativo. Ed è evidente, quando i personaggi funzionano così bene, che gli sceneggiatori hanno lavorato di fino. E poi, ragazzi, i dialoghi!!! Ci sono dei duetti verbali clamorosi, da storia del cinema.(o quaisi). Dei botta e risposta che emettono scintille.Detto di un Depp clamoroso, vediamo gli altri. Intanto tre "maghi" come Benedic Cumberbatch, Kevin Bacon, Peter Sarsgaard (quest'ultimo davvero sublime). Una Julianne Nicholson fantastica. Ma il vero mostro di talento è un incredibile Joel Edgerton, nei panni dell'agente FBI corrotto John Connelly, una prova di recitazione -la sua- da far accapponare la pelle (da Oscar?). In un film dove ogni cosa è azzeccata non poteva che esser presente una colonna sonora favolosa: dalla disco al rock'n'roll tutte bellssime songs targate anni 80. De Niro è bollito, fa solo film scemi e i suoi gangsters sono solo un lontano ricordo? Niente paura, che a tener alto il genere ci sono altri. E bravissimi, anche.

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