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Suspiria

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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La recensione su Suspiria

di maghella
10 stelle

Suspiria è la chiave di svolta per la carriera artistica di Dario Argento. Dopo il grande successo di Profondo rosso, Argento cambia drasticamente strada, abbandona il genere “giallo” (che lui ha contribuito a rendere più sadico, personalizzandolo tantissimo) e rivolge la sua attenzione verso il mondo dell'occulto, della magia nera...delle streghe. Dopo un viaggio per mezza Europa e una lunga ricerca sulla vita, i costumi e le usanze nella stregoneria, Argento insieme alla (allora) moglie Daria Niccolodi, scrive e sceneggia Suspiria. La storia comincia proprio con la voce narrante di Argento che introduce la protagonista Susy (Jessica Harper) a Friburgo, in una notte buia e tempestosa arriva nella scuola di danza in Escher Strasse, qui vede e sente qualcosa che non doveva né vedere né ascoltare. Argento ci cala immediatamente in un atmosfera cupa, pesante, complice l'uso dei colori primari: rosso, blu e giallo, che contrastano continuamente dando ad ogni scena una attenzione che non cala mai. Susy è la “fata buona” che riuscirà a trovare la chiave di lettura per capire la vera identità delle donne che governano la misteriosa scuola di danza.

La musica dei Goblin è una componente basilare per la riuscita del film, suoni, musica, gemiti e sospiri sottolineano, anche quando improvvisamente si ammutolisce, i momenti più cruenti del film. Le scene degli omicidi sono di una spietatezza mai vista: violenza, cuori trafitti, budella mangiate da un cane, trabocchetti sadici, ma non è uno splatter gratuito, Argento riesce, grazie alla sapiente tecnica e alla creatività artistica, a rendere di un livello superiore quello che fino ad ora risultava “inguardabile”.

 

E' una sana paura quella che andiamo ad incontrare in Suspiria, quella del buio, dell'uomo nero, dei corridoi troppo lunghi, delle porte chiuse, delle ombre, dei sibili, degli animali “schifosi” (vermi che cadono dal soffitto, pipistrelli troppo grossi che volano tra i capelli), una paura che Argento riesce a contenere e a far esplodere con l'attesa dell'azione e con la sua risoluzione estrema, senza pietà.

 

Per questo film si avvale di ottimi collaboratori e tecnici: Giuseppe Bassan per le splendide scenografie, Tovoli come direttore della fotografia, Germano Natali per gli effetti speciali, i Goblin per la colonna sonora. Il cast è dei più sopraffini: Jessica Harper, attrice americana, che ha un fisico quasi da bambina (Argento aveva pensato inizialmente che la scuola di danza fosse frequentata da piccole bambine, il progetto fu bocciato, e il regista dovette escogitare “trucchetti” per rendere le alunne adolescenti infantili e capricciose), Alida Valli è una convincente insegnante-strega, Joan Bennet una direttrice ambigua e diabolica (ex moglie di Fritz Lang, Argento ha voluto indirettamente omaggiare il grande regista tedesco che tanto ammira), Flavio Bucci pianista cieco, protagonista di una delle scene più cruente e di effetto del film, Udo Kier in una particina che lo vede come la parte raziocinante della storia, Stefania Casini l'amica di Susy che partecipa ad una delle scene più paurose e di effetto di tutta la storia del cinema dell'horror.

 

Insomma questo film è il punto più alto della carriera di Argento, dopo inizia il suo lento ma inesorabile declino, l'attenzione e la cura che ha dedicato a Suspiria è stato totale, la scelta di girarlo in sequenza ha reso la storia più convincente, permettendo al regista di risparmiare tempo e denaro nel girarlo e montarlo, e comunque si percepisce di come il lavoro sia stato tanto pensato e voluto prima di farlo, come una scultura, un quadro, una vera opera d'arte.

 

Suspiria è il primo di una trilogia sulle tre madri streghe che governano il mondo dell'occulto. “Inferno” è il film seguente, molto bello anche questo, per molti anni il progetto rimane incompiuto, per poi vederlo finire nel 2007 con “La terza madre” nella maniera più indegna, personalmente penso che il progetto sia ancora un “non-finito”, come le opere più belle di Michelangelo (perdonatemi il paragone azzardato).

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