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Attila

Regia di Pietro Francisci vedi scheda film

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La recensione su Attila

di mm40
3 stelle

Quarto secolo dopo Cristo: la calata degli Unni verso Roma pare inarrestabile; provenienti dall'Asia, i barbari avanzano implacabili mettendo a ferro e fuoco tutto ciò che si para loro dinanzi. I romani sono disorganizzati e mal governati, tanto che l'invio delle truppe comandate da Ezio non serve a nulla. Fino a che decide di intervenire papa Leone.

 

L'episodio storico è noto e raccontato in maniera assolutamente attendibile: la discesa degli Unni capitanati da Attila incontra sulla sua marcia gli uomini del Pontefice; senza usare le armi - e forse neppure solo le parole, come il film suggerisce, ma proponendo una contropartita economica - papa Leone convince gli invasori a fare dietro front. Anche la situazione caotica vissuta nella Roma di quegli anni è abbastanza verosimile e, in definitiva, la pellicola pare scritta con buona cognizione di causa; ma tutto ciò che non è strettamente legato a criteri di rigorosa ricostruzione storica, nel nome dell'intrattenimento per un vasto pubblico viene modificato, aggiustato, trasformato. Ritmo e azione, buoni sentimenti ed emozioni facili: il collante che tiene insieme la sceneggiatura di Primo Zeglio ed Ennio de Concini è composto da tali elementi. Anche il carattere di Attila, prevedibilmente, risulta perennemente burbero e scontroso ed è giusta l'attribuzione del ruolo ad Anthony Quinn; così come nel resto del cast la distribuzione della parti è senz'altro azzeccata: troviamo infatti Sophia Loren (giovanissima, ma già secondo nome sui titoli di testa), Henri Vidal, Irene Papas, Christian Marquand, Ettore Manni, Colette Regis e Claude Laydu - cognomi che lasciano intuire la coproduzione tra Francia e Italia (ovvero Ponti, già che compare la Loren, e De Laurentiis). Sul versante tecnico, fotografia di Aldo Tonti, scenografie di Flavio Mogherini, montaggio di Leo Catozzo. Ci sono insomma tutti gli estremi per il kolossal e la regia di Pietro Francisci, già una ventina di anni di carriera alle spalle, non tradisce le aspettative; ma da kolossal a polpettone - lavoro di mestiere, ma privo di originalità, di carattere - talvolta il passo è breve. Per il regista si apre una lunga parentesi nel segno del peplum, che lo vedrà dirigere fra gli altri titoli anche tre Ercole. 3,5/10.

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