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Il racconto dei racconti

Regia di Matteo Garrone vedi scheda film

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La recensione su Il racconto dei racconti

di zombi
6 stelle

la nuova fatica e per di più coprodotta di garrone mi ha talmente spiazzato che non sono ancora riuscito a capire se mi sia piaciuta o meno. ci si muove su un terreno favolistico d'accordo, ma così sanguigno, carnale e attaccato ai bisogni e /o ai desideri umani da renderlo uno strano ibrido. il desiderio della regina salma hayek di avere un figlio è legittimo e non riuscendo ad averli, il marito john c. reilly innamorato parte alla ricerca di un drago di fiume per strappargli il cuore e darlo in pasto all'amata. ma come disse loro uno stregone per ogni nascita dev'esserci anche una morte. le nascite saranno due, gemelli identici, che però nasceranno in due condizioni sociali estremamente lontane e inavvicinabili. la regina arriverà ad estreme conseguenze pur di tenere per sè il figlio tanto bramato. un re durante un concerto dell'amata figlia si annoia e cercando di scacciarsi di dosso una pulce, scopre che questa obbedisce ad ordini acrobatici. il suo interesse per il piccolo animale portatore in quei secoli anche di malattia epidemiche, assorbirà talmente tanto il suo tempo e le sue attenzioni, che alla morte dello stesso diventato gigantesco, dovrà cedere la figlia in sposa ad un orrido orco. un altro re, interpretato da cassel, schiavo delle sue pulsioni sessuali, sente un giorno un canto femminile che lo manda in estasi. cercando di conoscere la donna a cui la voce appartiene, viene imbrogliato dalla tinteggiatrice di capi, ma mal gliene incorrerà. garrone, ragazzone candido ma che ben sa cosa vuole, riesce a trasportare lo spettatore in un mondo antico e passato, abitato da reali stanchi, sessuomani o infelici e da uomini e donne semplici che cercano "semplicemente" di scampare ad una vita di stenti e di morti precoci. gli incantesimi, gli orrori, le meraviglie entrano a far parte di un bagaglio fantastico che al cinema italiano manca del tutto e soprattutto in un mondo cinematografico monopolizzato dalle fantasticherie più o meno riuscite di origine anglofone. di morale c'è poco. garrone non punta il dito, lui solo ci dice e filma. gli attori si adattano senza fatica divenendo parte di questo universo straniante e stranito, in cui l'assistere ad un uomo che cammina sul fondo di un fiume vicino ad un drago addormentato è meraviglioso, così come è terrifico assistere ad una donna che si ciba di un cuore enorme con sguardo fisso in camera, estranea a ciò che sta facendo, con la testa rivolta ad un futuro così immediato e così poco felice lo stesso. 

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