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Nightingale

Regia di Elliott Lester vedi scheda film

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La recensione su Nightingale

di michemar
7 stelle

Una esibizione teatrale di buonissimo livello, tutta basata sul bravo David Oyelowo che si esibisce one-man-show in una casa, spostandosi nelle poche stanze che la compongono, parlando tra sé e sé della sua vita e di quella di sua madre, delle sue abitudini e delle sue manie, senza però mi mostrarcela. Perché non non ne ha il coraggio.

Le ho detto: “Mamma, sono un uomo adulto, non puoi dirmi come vivere la mia vita.” Lei mi ha risposto che sono suo figlio e finché viviamo insieme devo sottostare alle sue regole. È tutta la mia vita che sento queste parole!... “Mamma, non mi sembra di averti chiesto la luna: voglio soltanto la casa libera per una sera, UNA! E invitare un vecchio compagno d’armi a cena, cosa c’è di male, è una richiesta assurda? Lei ha risposto: “No! No! No! Non sotto il mio tetto, non finché sono in vita!” È stato allora che è successo, ho perso il controllo, ma non me ne pento, non me ne dispiace neanche un po’. ….Ma tutto quel sangue non me lo aspettavo e non posso mostrarvelo.

David Oyelowo

Nightingale (2014): David Oyelowo

 

Questo è l’incipit, questo è in soggettiva, quella di Peter, un giovane reduce di colore, il piatto che ci serve come antipasto e anche come spoiler mancato: non c’è nulla da nascondere, tutto è chiaro sin dall’inizio. Quindi Peter è uno di quei reduci americani che tornano dalle linee di guerra in Medioriente in piena crisi esistenziale e scossi brutalmente nella psiche. E non riadattati. O che almeno sembrano normali, ma a lui è bastato avere qualche discussione con la sua unica convivente, la vecchia madre, che improvvisamente – ma evidentemente covava da tempo - è scattata la terribile molla che manda in tilt il cervello. Peter ci tiene molto a invitare a cena il suo amicone e commilitone Edward, vuole farne una rimpatriata, ma la maniera con cui insiste per rivederlo, anche telefonando a casa sua , dove trova a rispondere sempre la moglie insospettisce lo spettatore. Lui ci tiene così tanto che il dubbio che ci sia qualcosa di più di una semplice amicizia è forte. O forse è soltanto un rapporto unilaterale, perché la moglie non solo non glielo passa mai al telefono, ed è lampante che anche Edward lo voglia evitare. Nel frattempo gli ostacoli che gli ha frapposto la madre Peter li ha eliminati, eliminando la madre. Così, semplicemente, e a noi non è dato da vedere come. Per tutta la durata del film, 83 minuti, David Oyelowo, il protagonista di Selma – La strada della libertà, un attore molto in forma in questo film, tiene banco da solo, sfornando la classica e perfetta esibizione da one-man-show, come fu per il Locke con il bravo Tom Hardy.

 

Se in quello Tom Hardy recitava l’intero film chiuso in un SUV, David Oyelowo si esibisce in una casa, spostandosi nelle poche stanze che la compongono, parlando tra sé e sé della sua vita e di quella di sua madre, delle sue abitudini e delle sue manie, provando il discorso da fare ad Edward se finalmente ci potesse almeno parlare a telefono. E la madre è sempre lì, stesa stecchita nel suo letto. Peter non ce la mostra, forse non vuole neanche vederla lui, forse la sta ignorando e sta ignorando la situazione: non ce la mostra e la ignora. Quasi quasi vuol fare finta che non sia successo nulla: le parla perfino dall’altra stanza!

David Oyelowo

Nightingale (2014): David Oyelowo

 

Una esibizione ovviamente teatrale, di buonissimo livello, tutta basata sulla abilità dell’attore e su una sceneggiatura da pièce che riesce a reggere tutta la durata, senza mai annoiare. Certamente la tensione ha i suoi momenti di calo, magari qualche attimo di stanchezza o di pausa, ma questo è da giudicare fisiologico. In questo paragone quindi non regge con il bel film di Steven Knight sopra citato, dove nonostante l’unica figura presente e le diverse voci al telefono la tensione era sempre alta, ma questo film fa la sua bella figura.

David Oyelowo

Nightingale (2014): David Oyelowo

 

Lo scenario insomma è tutto qui, come un palcoscenico teatrale: Peter, la casa, la cucina, dove prepara COMUNQUE la cena a cui tiene tanto, un bel vestito da sera fin troppo pacchiano e il telefono, dove Peter passa un sacco di tempo o per contattare il suo amico o impegnato a rispondere all’amica della mamma che insiste per parlarle. Ovvio che dopo tutti i dinieghi, dopo che perfino il pastore della chiesa non riesce a contattare la signora, qualcuno si insospettisce e l’evoluzione della situazione precipita verso un finale inevitabile, aspettato, come la fine di un trampolino per il salto con gli sci: prendi lo slancio, fai tutta la discesa a velocità folle e poi spicchi il volo. Sul suolo devi atterrare, non c’è scampo, non puoi stare in aria in eterno. Fin quando può reggere la pausa che Peter si sta prendendo in quel momento della sua vita? Poco, molto poco, e quindi il finale che ti aspetti arriva, inevitabile e ineluttabile.

 

Bravo, davvero bravo David Oyelowo. Il regista Elliott Lester, con qualche esperienza di serial TV e film d’azione, non deve far altro che seguirlo nelle stanze, assecondarlo nei suoi movimenti e inquadrarlo in primo piano quando Peter riflette, esprime reazioni, si districa in cucina e parla di fronte al pc dove registra le sue riflessioni e le reazioni alla anomala situazione che sta vivendo nel suo video-diario. Ma non c’è nessuno, proprio nessun’altro. Nessuno: questo è il film di Peter, il reduce “usignolo” che canta da solo per tutto il film.

David Oyelowo

Nightingale (2014): David Oyelowo

 

Buon film, in sintesi, che merita attenzione e un voto sicuramente più che sufficiente e tra 3 o 4 stellette va benissimo il 6 ½, voto meritato, almeno per la fervida interpretazione da parte del bravo David Oyelowo.

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