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Tokyo Tribe

Regia di Shion Sono vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Tokyo Tribe

di AndreaVenuti
7 stelle

Tokyo Tribe è un film giapponese del 2014, scritto e diretto da Sono Sion. L'opera è basata sul manga Tokyo Tribe 2 di Santa Inoue.

 

Sinossi: In una Tokyo dispotica e alternativa regna il caos più totale. La città è ormai in balia dell’anarchia ed i 23 quartieri speciali, ora denominati tribù, si sono trasformati in una sorta di regni autonomi con proprie leggi e padroni. Un giorno Marra e Buppa, due leader delle più temibili e sanguinolente tribù, decido di unirsi con l’obiettivo di annientare tutti i rivali e governare la città imponendo così la loro brutale legge. 

La battaglia ha inizio…

locandina

Tokyo Tribe (2014): locandina

Sono Sion è ormai un artista conclamato in tutto il mondo (segnalo solamente due suoi capolavori biblici: Suicide Club e Love Exposure), genio vulcanico sempre pronto a sfornare opere altamente personali, audaci ed iconoclaste pronte a ragionare con sguardo alieno ma lucido su vari aspetti della società nipponica.

 

Tokyo Tribe tuttavia non rientra tra i film più articolati e complessi dell’autore, per lunghi tratti si pone come “semplice” divertissement e visto la ricchezza della sua filmografia ci potrebbe tranquillamente stare un film più "rilassato". 

Ad ogni modo al timone del progetto troviamo appunto Sono Sion, artista bohemien ed ecco che un’opera incredibilmente ludica e grottesca, dal soggetto striminzito e con evidenti limiti di sceneggiatura riesce ugualmente a scardinare alcuni dettami oltre a rievocare una particolare fase della vita dell’autore, non sempre citata (soprattutto dai più giovani).

scena

Tokyo Tribe (2014): scena

Tokyo Tribe essenzialmente è un folle action-musical apocalittico dove le persone si sfidano in battle-rap che sfociano subito in brutali combattimenti corpo a corpo e non solo; soffermandoci un secondo su questo aspetto è possibile equiparare le battaglie rap dei protagonisti del film ad una particolare iniziativa del regista attuata nel 1997 quando dal nulla decide di organizzare il cosiddetto GAGAGA, una guerrilla-performance per le strade di Tokyo dove lui ed alcuni suoi amici si esibiscono in letture di poemi scritti su enormi lenzuola bianche affollando dunque centri nevralgici della città, un po’ come i personaggi del film.

 

Tokyo Tribe è un’opera frizzante, pulp, grottesca, in grado di intrattenere un vasto pubblico impressionato in primis dall’ambientazione, una Tokyo notturna in soqquadro invasa da luci al neon e quartieri angusti ed inospitali (oltre che altamente bizzarri e decadenti), poi travolto da un ritmo forsennato a tratti psichedelico unito ad una colonna sonora tambureggiante e politicamente scorretta.

 

Sono Sion saltuariamente fra una scazzottata cruenta e un assurdo pezzo rap, piazza alcuni ragionamenti interessanti e l’inizio, probabilmente una delle sequenze migliori, ben testimonia quanto detto. Il regista ci delizia con un piano sequenza affascinante interamente realizzato con la macchina a mano, ponendo l’attenzione sull’inutilità della polizia, inetta e marcia fino al midollo che non protegge neppure i suoi agenti: d’effetto la scena dove una poliziotta sta per essere stuprata sotto gli occhi impassibili di altri due colleghi che quasi se la ridono affermando in radio che la situazione è tranquillissima.

 

Nel film, sembra strano dirlo, troviamo inaspettatamente una parvenza di pacifismo ed amore totale verso Tokyo. 

Innanzitutto la tribù migliore è senza ombra di dubbio la Musashino Saru; loro non sono gangster bensì normalissimi ragazzi che amano il loro quartiere e vorrebbero una vita migliore per tutta la comunità. 

Questi giovani inoltre ripudiano la violenza a favore dell’amore e dell’amicizia tuttavia nel finale sono costretti ad impugnare le armi in quanto il loro stesso futuro rischia di scompare e dunque decidono di combattere in nome di un valido ideale: «Portiamo il cambiamento nella nostra generazione» cosi’ esclama orgoglioso il nuovo leader della Musashiro Sabu.

scena

Tokyo Tribe (2014): scena

Chiuso il discorso “tematico” dobbiamo un attimo tornare sulla questione regia; Sono Sion ricorre spesso ad ellissi e stacchi di montaggio volutamente grezzi trasportandoci di colpo in scenari sempre diversi (scelta particolare non per forza positiva o negativa). Validi pure i tanti combattimenti, macchina a mano e long take sono la prassi, che si suddividono in due tipologie: da una parte troviamo scene realista e caciarone alla coreana dall’altra parte combattimenti più roboanti di matrice videoludica alla Miike di Crows Zero.

 

Detto questo Tokyo Tribe mostra diversi limiti da riscontare in fase di scrittura. 

I personaggi sono si super cool (tante citazioni da Tarantino al connazionale Nishimura) ed incredibilmente appariscenti ma non presentano una caratterizzazione degna di nota, anzi sono semplici macchiette prive di spessore. 

Anche la struttura del racconto, nonostante un soggetto di base accattivante, ahimè è troppo esile risultando davvero poco approfondita e mal gestita.

scena

Tokyo Tribe (2014): scena

Film di Sono Sion diverso dal solito, non perfetto ma risulta comunque estremamente godibile.

 

 

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