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Tiger Mountain

Regia di Tsui Hark vedi scheda film

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La recensione su Tiger Mountain

di alan smithee
7 stelle

locandina

Tiger Mountain (2014): locandina

Il gran regista cinese nato ad Hong Kong conosciuto come Tsui Hark, uno specialista del fantasy, dell'action e del cappa e spada in stile wuxia, dopo averci deliziato con le mirabolanti avventure del detective Dee e dello stesso da giovane nel successivo prequel visto anche a Locarno 2014, torna in gran forma col suo ultimo mega-film dal titolo internazionale THE TAKING OF TIGER MOUNTAIN (in Francia La Bataille de la Montagne du Tigre). Una spumenggiante, rutilante avventura ad ambientazione storica ben definita che si propone di rinverdire i fasti dell'action spericolatissimo celebrato e reso cult da Spielberg in pieni anni '80 con I Predatori dell'Arca Perduta.

scena

Tiger Mountain (2014): scena

Qui ci troviamo nella Cina post bellica di fine anni '40: l'Armata di Liberazione Popolare comunista cerca di impadronirsi di una remota e montagnosa vasta zona del Nord Est dell'enorme regione, terra dimenticata da tempo e per questo finita in mano a sanguinari briganti. Hark, conscio della necessità di far divertire ed emozionare il suo pubblico togliendo di mezzo il più possibile il messaggio politico, magari fuorviante o attizzatore di inutili polemiche, elimina più che può i connotati politico-sociali ad una vera e propria guerra civile. evitando prima di tutto di far riconoscere come nemici le truppe di Mao Zedong, e sostituendole da una popolazione barbara di spiccata quanto crudele aggressività e bramosia. 

locandina

Tiger Mountain (2014): locandina

Entrambi, dopo innumerevoli avventure ed ostacoli, riusciranno a far trionfare la libertà tra combattimenti finali al cardiopalma. Grande dispiego di mezzi, abilità innata di un regista che sa giostrare alla perfezione la mdp per visualizzare e rendere palpabile il ritmo avveniristico e suggestivo di un film che cattura soprattutto nelle sue scene di lotta (quella di uno dei due protagonisti con la tigre gigantesca è davvero sublime, quella finale del regolamento dei conti tra le pendici vertiginose della montagna del titolo, affetta da una debolezza strutturale che la vede sgretolarsi inesorabilmente verso valle trascinando ogni cosa, anche noi del pubblico, fino ad attualizzarsi all'oggi con la presenza di un ideale d'uomo perfetto che rappresenta la discendenza degli eroi del passato.

Nel ruolo del cattivo non riusciamo a riconoscere (ma ci assicurano che è lui) Tony Leung, uno dei più conosciuti, affascinanti e richiesti attori dell'Est, protagonista di tanto cinema d'autore e attore feticcio di Wong Kae Wai..

 

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