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Sul lago dorato

Regia di Mark Rydell vedi scheda film

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La recensione su Sul lago dorato

di port cros
7 stelle

Commedia drammatica sul crepuscolo della vita, che affronta con guizzi di sarcasmo, ma non esente dal sentimentalismo. Il vero motivo per rivederla sta nelle meravigliose performance dei grandi vecchi K. Hepburn e H. Fonda e nei loro scintillanti duetti.

Katharine Hepburn, Henry Fonda

Sul lago dorato (1981): Katharine Hepburn, Henry Fonda

Veicolo per dare l'opportunità di un'ultima grande interpretazione a due mostri sacri del cinema hollywoodiano, Katherine Hepburn, che otterrà con questo film il suo quarto segnando un record tuttora imbattuto tra gli interpreti, e Henry Fonda, che vincerà la sua prima tardiva statuetta competitiva e si spegnerà l'anno seguente. A loro si affianca l'allora quarantenne Jane Fonda, in una parte minore in cui, in un gioco di specchi con la vita reale, inscena il difficile rapporto con il padre.

 

La coppia anziana formata da Norman (Henry Fonda) ed Ethel (la Hepuburn) ritorna nella casa delle vacanze in riva al lago per trascorrervi come loro tradizione l'estate, anche per festeggiarvi l'ottantesimo compleanno del marito, la cui salute si sta deteriorando.

Li raggiunge per l'occasione la figlia Chelsea (Jane Fonda) che presenta il nuovo compagno dentista (Dabney Coleman) ed il figlio tredicenne di lui (Doug McKeon). Chelsea, che ha un rapporto poco sereno col padre da cui non si è mai sentita stimata, chiede ai genitori il favore di tenere il ragazzino durante un mese in cui la nuova coppia si recherà in viaggio in Europa. Da qui in poi il film si concentrerà sull'evoluzione del rapporto tra lo scorbutico Norman ed il fatuo adolescente, per poi tornare nel finale alla complicata relazione padre-figlia, di ritorno dal suo viaggio.

 

 

Il film, tratto da una pièce teatrale di Ernest Thompson, mescola commedia e dramma e non è certamente esente da dosi abbondanti di sentimentalismo, soprattutto nel finale, che risulta la parte meno riuscita, anche perché le ragioni del risentimento di Chelsea verso il genitore non vengono più di tanto approfondite e l'interpretazione di Jane Fonda viene offuscata da quelle dei due grandi vecchi. La sceneggiatura dello stesso Thompson, peraltro abbastanza semplice e lineare, regala però dei guizzi di spassoso sarcasmo con le stilettate che il caustico Norman riserva a tutti, principalmente al dentista (da scompisciarsi come lo mette sadicamente in difficoltà quando gli chiede il permesso di dormire nella stessa camera con la figlia) e al figlio. Il regista Mark Rydell si mette giustamente al servizio degli attori, alternando i loro dialoghi con belle riprese del lago dorato, immerso nella natura idilliaca.

 

Il vero motivo per rivedere questo film sta comunque nelle meravigliose performance dei suoi protagonisti (per la prima volta insieme sul grande schermo) e nei loro scintillanti duetti (“There's someone at the door! It's me, you old poop!”). La Hepburn commuove come saggia matriarca, volitiva e solare, ma alle prese col terrore della perdita del compagno di una vita. Fonda, nel ruolo più complesso e meglio scritto, è meraviglioso nell'incarnare le sfumature di uomo caparbio e orgoglioso che deve suo malgrado accettare la fragilità della vecchiaia e della malattia.

 

 

 

 

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