Regia di David Robert Mitchell vedi scheda film
32 TFF – AFTER HOURS
Un bell'horror ci sta bene per aprire una delle rassegne a mio avviso più interessanti del festival: “After hours”, appunto. Una storia che ricorda (magari solo di sbieco) l'ultimo Carpenter (The ward, visto in anteprima proprio qui a Torino qualche anno orsono) e il cui sviluppo parrebbe nelle corde di un giovane Cronemberg.
Jay è una bella ragazza bionda desiderata da molto coetanei che, durante una notte d'amore consumato in macchina con un ragazzo frequentato da poco tempo, contrae da lui una strana malattia: anzi una sgradevolissima sensazione: quella di vedere una entità che prende forma e fisionomia di persone che si atteggiano a zombie, che la inseguono per eliminarla.
Il ragazzo che l'ha contagiata la informa che lui se ne è liberato senza volere scaricando l'essere su di lei, e che essa stessa potrà toglierselo di torno facendo sesso con un altro partner. Ma le cose si complicano, anche quando le sorelle di Jay, un amico del cuore eternamente innamorato della ragazza ed il belo del quartiere si offrono di aiutarla, esponendosi in prima persona ad un pericolo che essi possono solo intuire ma non percepire.
Un nemico insolito che segue la vittima designata per ucciderla, come spiega anche l'inquietante scena iniziale della fuga di una malcapitata ragazza, portatrice del morbo nel quartiere ove vive la protagonista. Il film americano opera seconda di David Robert Mitchell è piuttosto ben fatto, forte di inquadrature molto studiate ed interessanti, a volte persono pittoresche ed insolite in un horror, e con scene ed apparizioni di questi esseri morti viventi che incutono davvero spavento.
Certo verrebbe maliziosamente da pensare cosa potrebbero aver fatto al posto del pur bravo giovane regista due mostri ineguagliati come i citati Carpenter e Cronemberg; ma a ben vedere si tratta di un quesito inutile e poco concreto sul quale conviene glissare.
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