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A Girl at My Door

Regia di July Jung vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su A Girl at My Door

di mck
9 stelle

(In)temperie in Corea del Sud, appendice eteromorfa del Mondo-Tutto.

Arrivo. Esilio in Patria. Andata…

Un'automobile percorre sotto la pioggia battente scalzata dai tergicristalli una tortuosa strada di montagna nelle brume dell'alba di un'uggiosa giornata qualunque. Siamo soli, col guidatore - riflesso nello specchietto retrovisore - e un gps, e dal PdV del bagagliaio da spettatori diveniamo passeggeri. Pian piano il veicolo e il suo occupante si allontanano dall'entroterra, scollinando verso la costa. L'elenco di colline, dossi e poggi si tinge di primeva luce solare; la campagna, apparita, è una mappa che sfida l'orizzonte, e si spande a risaia; ed eccolo, il mare, il mare, a barbugliare tra gli alberi che scorrono, immobili, il riflesso del mattino fattosi giorno.



Il (“buon”) senso comune, parla:
“Non so se sia una cosa appropriata da dire. Mi dispiace per Dohee, ma lei mi da una strana sensazione. Forse perché sua madre è scappata via, ed è stata violentata. È diversa dagli altri bambini. Non riesco a capire. Non sembra una bambina. A volte sembra un piccolo mostro... Mi scusi, non sono nella posizione di poter parlare così”.

Inquadramento spannometrico (fonte: wikipedia e fonti di wikipedia: si accettano e anzi si pretendono correzioni ed integrazioni).
La legislazione della Corea del Sud, all'epoca della scrittura, direzione ed uscita del film, periodo che potremmo condensare in un termine: “oggi”, in quanto a legislazione sulla (leggi: legalità della) attività sessuale tra persone dello stesso genere, era/è equiparabile a quella di Italia [che per contro ha i suoi problemi con la ricerca scientifica che sfrutta gli embrioni e le cellule staminali, con il fine vita (testamento biologico, suicidio assistito ed eutanasia), con l'aborto, con le tasse, con la criminalità organizzata / mafie, etc…] e Irlanda del Nord (ch'è più avanti dell'Italia nel campo LGBT, ma è tremendamente indietro - il medioevo fu un secolo dei lumi rispetto all'oggi - in quanto all'aborto e alle tasse). Sempre da questo PdV, nel contesto del Sud Est Asiatico, la CdS è uno dei paesi più avanzati assieme a Giappone e VietNam.

[ Sosta Intermedia (9 registi x 80 anni).

-- Im, Kwon-taek (1936), una caterva di film - ♥×∞ : "Ebbro di Donne e di Pittura" - in 55 anni (o in 45: l'ultimo è del '07), dal '62.
-- Jang, Sun-Woo (1952), 11 film - ♥×∞ : "Ggotip" - (di cui 1 documentario) in 31 anni (o in 16: l'ultimo è del '02), dall'86.
-- Lee, Chang-dong (1954), 6 film - ♥×∞ : "Oasis" - in 20 anni, dal '97.
-- Hong, Sang-soo (1960), 19 film - ♥×∞ : "HaHaHa" - (più alcuni cortometraggi) in 21 anni, dal '96.
-- Kim, Ki-duk (1960), 23 film - ♥×∞ : "la Samaritana" - (più altri 8 scritti ma diretti da altri) in 21 anni, dal '96.
-- Park, Chan-wook (1963), 10 film - ♥×∞ : "I'm a Cyborg, But That's OK" - (più alcuni corto e medio metraggi) in 25 anni, dal '92.
-- Bong, Joon-ho (1969), 6 film - ♥×∞ : "Memories of Murder" - (più alcuni corto e medio metraggi) in 17 anni, dal '00. 
-- Na, Hong-jin (1974), 3 film - ♥×∞ : "GokSeong" - (più 2 cortometraggi) in 9 anni, dal '08.
-- July Jung (1980), 1 film (più 6 cortometraggi) in 7 anni, dal '10. ]

Il film (“Dohee-ya”), dell'esordiente nel lungometraggio July Jung (Jeong Joo-ri), co-prodotto da Lee Chang-dong ed interpretato con due prove maiuscole dalle protagoniste Bae Doo-na (vendicatrice post-mortem in “Mr. Vendetta” di Park Chan-wook, arciera-badass in “Gwoemul” di Bong Joon-ho, incarnatasi umana in “Air Doll” di Hirokazu Kore-eda, e precettata nella deriva wachowskiana di Cloud Atlas - Jupiter Ascending - Sense 8), l'ispettore di polizia, e Kim Sae-ron (“the Man from NowHere”, “A Brand New Life”), la ragazzina, e da un contorno di personaggi secondari ottimamente rappresentati (il padre, sfruttatore di manodopera immigrata e altrettanto violento con la figlia, Song Sae-byeok, il vice-ispettore, amante della facciata bucolica di provincia, Son Jong-hak, e la nonnina - vecchia malefica - motorizzata), in parte si concentra proprio su e sfrutta anche un peculiare sottoinsieme di questa legislazione, ovvero “l'articolo 92 del codice penale militare (attualmente in via di ridefinizione e modifica) [che] individuava i rapporti sessuali tra membri dello stesso sesso genericamente come molestie sessuali, non facendo distinzione tra atti consensuali e non ed includendo tutti i rapporti omosessuali tra adulti come stupro reciproco. Un tribunale militare è però giunto a sentenziare nel 2010 che tale articolo è di fatto illegale, stabilendo pertanto che l'omosessualità è una questione strettamente personale e assolutamente non definibile in una forma così generica ed imprecisa; tale sentenza è ora al vaglio della corte costituzionale”.
In realtà il trasferimento della protagonista dalla metropoli alla provincia (consapevole di propalazione d'idiozia non posso esimermi dal citare “il Commissario Lo Gatto”) è senz'altro in maggior parte causato da questa ambiguità legislativa (il classico “vuoto di legge”, che si potrebbe, per contro, configurare anche come un "troppo pieno e sbagliato"...) e soprattutto morale, ma la vera radice della storia non viene spiegata nella sua totalità (potrebbero esserci stati degli strascichi scandalosi che esulano dalla componente omosessuale). Certo è che alcune battute pronunciate dal suo collega-super(v)i(s)ore durante un interrogatorio preliminare dicono e spiegano tutto, e fanno passare in secondo piano ogni tentativo di svicolare dalla questione LGBT:
- “Le hai tolto i vestiti e l'hai toccata, o no?”
- “L'ho fatto. Le ho tolto i vestiti, e ho visto i lividi e le contusioni. E le ho fatto il bagno. Gli ematomi sembravano così dolorosi che l'ho abbracciata. C'è qualcosa di sbagliato in questo?”
- “Si. Diventa un problema quando a farlo è un(')omosessuale. Sei omosessuale, vero? Sei stata trasferita qui da Seoul per un problema del genere, giusto? Corretto? Se non è vero, dimmelo. Perché non riesci a parlare?”
- “Non risponderò a questa domanda. Perché non sono obbligata a farlo”
- “Certo, ma sarai tu a perderci”.

 



La contropartita di un doppio, reciproco atto di coraggio e di auto-affermazione (una duplice scelta, decisione, presa di coscienza, (re)azione adulta, e perciò, a volte, anche, consapevolmente e inevitabilmente violenta), invece, esplicita un guadagno tangibile. Il film è molto netto, semplice, perentorio ed insistente/ridondante, e queste componenti sono la sua forza (perché ben calibrate) e non un suo limite (ad ogni modo riscontrabile sia nell'immediato futuro, sentimentalmente saldo ma legalmente irrisolto, sia in quello forse un po' più lontano, dove è andata a rintanarsi l'elaborazione di un possibile rimorso).

...e ritorno. Reintegro alla Matria. (Ri)partenza.

Di fianco al guidatore, sulla via del commiato, capo chino nel dormiveglia poggiato sul finestrino, una possibilità lasciatasi inverare. Ancora piove, ed è tutto bellissimo.  

 

* * * * (¼) ½               

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