Regia di Marco Ferreri vedi scheda film
Dire inguardabile è un complimento: dov'era Ferreri mentre qualcuno al suo posto girava questo Storie di ordinaria follia? Certo, anche lui ha avuto le sue cadute di stile, ma fra un brutto film e questa insensata sequenza di scenette con un vecchio degradato e rimbecillito dal suo stesso insano stile di vita, la cui carcassa semovente viene gettata alla ribalta come il monumento ad un eroe, ce ne passa. Lo scrittore-maniaco sessuale Charles (vagamente autobiografico) non è un eroe moderno (i ritardati sono una categoria umana sempre presente nella storia), nè tantomeno classico (i depravati e gli alcolizzati sono da sempre emarginati per lo meno sul piano culturale) e neppure si può parlare di lui come di un antieroe: non fa nulla. A questo si aggiunga Ornella Muti, espressiva come un vegetale, il ritmo inesistente, le lunghissime, infinite pause fra dialoghi di straordinaria bruttezza ed inconsistenza: lo sfacelo è compiuto. Evitare (e dileggiare con cura chi se l'è sorbito).
Un vecchio satiro ritardato e perennemente in stato di ebbrezza molesta è uno scrittore di grande successo. Le sue giornate si riducono a girovagare in stato confusionale per casa o, quando trova la porta, fuori. I suoi incontri sono finalizzati all'atto sessuale, possibilmente con donne. Una prostituta autolesionista si innamora perdutamente di lui e si suicida, ma certo non prima di essersi ripetutamente accoppiata con il bavoso decerebrato in maniera compulsiva e belluina.
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