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The Canal

Regia di Ivan Kavanagh vedi scheda film

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La recensione su The Canal

di maghella
7 stelle

 

The Canal è un film che non racconta niente di nuovo e che oltretutto non lo fa in maniera originale.

Claire e David sono una coppia apparentemente felice e innamorata, comprano una vecchia casa inglese, non sapendo che in questa casa in passato ci sono stati degli omicidi. Dopo 5 anni e la nascita del loro primo figlio, la coppia non è più tanto salda, il marito ha seri sospetti che la moglie lo tradisca.

locandina

The Canal (2014): locandina

Iniziano strane manifestazioni, presenze maligne che vivono tra i muri della vecchia casa. Claire scompare e viene ritrovata morta annegata nel canale vicino casa, pare un incidente.

Ovviamente, non è un incidente e tutto il film gioca proprio sull'ambiguità di David: è lui o non è lui (direbbe Ezio Greggio)... cerrrto che è lui. Però anche no.

Ivan Kavanagh

The Canal (2014): Ivan Kavanagh

Come si capisce presto tutto ruota intorno alle presenze malefiche che fanno fare a David cose terribili. Solo la presenza del piccolo bambino riesce a riportarlo alla realtà. L'amore paterno è più forte di qualsiasi demone del passato, e rende a David quel minimo di lucidità che gli permette di comprendere vagamente ciò che sta accadendo.

Il film è buono per la recitazione, per l'atmosfera che riesce a creare, per l'intreccio da giallo che costruisce. In effetti lo considererei più un thriller a tinte horror che un horror vero e proprio.

Infatti quando la storia vuole inoltrarsi più sul genere horror, appare più fragile: trovate poco originali, il solito “trucchetto” del volume altissimo della colonna sonora nei punti strategici per far fare un salto sulla poltrona allo spettatore (trucchetto che con me funziona sempre ovviamente), ombre riprese da una telecamera che si avvicinano fino ad uscire dallo schermo (“The ring” school), una atmosfera alla “Shinig” che pervade fino al buon finale.

Si vede che Ivan Kavanagh (regista e sceneggiatore del film) ha visto tutti i titoli horror che c'erano da vedere, un ottimo bagaglio culturale, che ha dato i suoi frutti... che però non aggiungono nessun sapore nuovo. In definitiva un buon compito svolto, che però non ha lasciato nessun tipo di “strascico” emozionale. Per quanto mi riguarda non ha toccato nessuna delle mie corde di angosce e paure personali, forse perché sono stata già vaccinata dai tanti film horror visti in precedenza.

 

Quello che invece voglio sottolineare a favore del film e che lo rende in definitiva più che sufficiente e che merita comunque una visione, è il finale. In questo Kanavanagh ci mette qualcosa di suo, e si nota. Un finale che non cerca il colpo di scena ma vuole piuttosto lasciare una sensazione fastidiosa, disturbante (quello che poi cerco in certe pellicole), riuscendoci.

Bravi gli attori e buona tutta l'ambientazione molto english. Buoni anche gli effetti speciali e ho apprezzato molto che il regista non si sia avvalso dell'utilizzo della tecnica del mockumentary, che poteva benissimo essere usata per una storia del genere. Il regista è stato molto bravo invece a costruire una storia “alla vecchia maniera”, con tutti i limiti dati da una mancanza di originalità (come ho già detto), ma comunque ciò non toglie che sia un film gradevole e vale la pena di essere visto.

Rupert Evans

The Canal (2014): Rupert Evans

 

Note personali:

Ho visto il film dopo mezz'ora che ero arrivata a Torino. Con me c'erano Valdemar, Roger Tornihill, Alan Smith, Giannsv, era la prima volta che vedevo un film al cinema con tanti utenti del nostro sito, ero molto contenta... è stata una bella sensazione, ero felice, forse per questo il film non è riuscito a farmi troppa paura.

 

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