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Le stagioni del nostro amore

Regia di Florestano Vancini vedi scheda film

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La recensione su Le stagioni del nostro amore

di sasso67
6 stelle

Tempo di blianci esistenziali, per Vancini in Le stagioni del nostro amore, per concludere, con Vittorio, che «la nostra stagione è passata». Il bilancio è in perdita da tutti i punti di vista, perché per il protagonista del film ad un matrimonio ormai in frantumi si aggiungono la fine di un amore per una ragazza più giovane (la cui gravidanza non è stata da lui affrontata con il necessario coraggio) e la perdita dell'antica fede politica. La crisi del personaggio è acuita dal passare degli anni, che preannunciano a questo quarantenne l'inizio della fine. Il ritorno a Mantova è una conferma delle disillusioni e somiglia al ritorno del giovane Werther a Wahlheim, quando si rende conto che tutto è cambiato e niente è come prima. Gli amici si sono imborghesiti o restano, disillusi, al solito posto, dopo avere scialacquato il loro talento, i vecchi vivono di ricordi (ma la sosta all'osteria è l'unica parentesi serena del soggiorno mantovano di Vittorio), un vecchio capo partigiano è riuscito soltanto a fare il metronotte e la tomba dei genitori resta soltanto come uno sbiadito ricordo di un tempo che è svanito per sempre. Qualche ingenuità di troppo (nella descrizione dell'idillio svanito con la ragazza) ed un eccesso di intellettualismo nei dialoghi hanno fatto invecchiare il film, con la sua colonna sonora sassofonata. Bella prova di Salerno.

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