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Annie: La felicità è contagiosa

Regia di Will Gluck vedi scheda film

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La recensione su Annie: La felicità è contagiosa

di ethan
5 stelle

'(Little Orphan) Annie' nasce come striscia a fumetti nel 1924, ad opera di Harold Gray, poi trasposta al cinema in due versioni negli anni '30, per poi passare a quella più famosa, tratta dal musical, di John Huston - che non ho visto ma che non fu comunque un successo - del 1982 e a quest'ultima trasposizione, sempre ispirata all'omonimo musical, e diretta per lo schermo da Will Gluck, con la storia, aggiornata ai tempi nostri, dell'orfanella Annie (Quvenzhané Wallis), qui afroamericana, che passa dall'affido della perfida Hannigan (Cameron Diaz), per puro caso, sotto la tutela delle capienti braccia del milionario Will Stacks (Jamie Foxx), candidato sindaco di New York, che vorrebbe sfruttare l'occasione per vincere le elezioni.

Il film, da noi intitolato 'Annie: la felicità è contagiosa' per non confonderlo appunto con quello di John Huston, nelle mani dell'incerto Will Gluck, è uno sconclusionato musical - ma, a tratti, si ha l'impressione che ne sia una parodia - che raggiunge delle punte di cattivo gusto tali da sfiorare il sublime, con numeri coreografati alla bell'e meglio e attori, pur bravi quasi in blocco, lasciati allo sbaraglio in una storia che mescola piuttosto disinvoltamente diversi temi anche molto attuali e di sicuro interesse, come l'uso dei social network, che creano dal nulla fenomeni virali, il riccone che si sente solo, la piccola povera ma, in un certo senso, felice, ha anche elementi della fiaba - la strega cattiva, impersonata da Cameron Diaz, che nemmeno vestita in maniera pacchiana e con un trucco pesante riesce a non essere bella - nonché di critica sociale, ma ha dalla sua canzoni orecchiabili - se in italiano le hanno tradotte sono dei 'criminali'! - cantate di volta in volta dai vari membri del cast.

La palma della migliore del cast va ovviamente alla piccola stella emergente Quvenzhané Wallis che interpreta la Annie del titolo, già ammirata (e premiata) per 'Re della terra selvaggia' e al suo secondo successo personale, nonostante i soli undici anni al momneto del film, dotata oltretutto di una gran bella voce, con a seguire Will Smith, nei panni del milionario che ha deciso di 'scendere in campo' sfruttando il suo potere economico e mediatico (mi ricorda qualcuno...), Rose Byrne, segretaria tuttofare di Will Stack, nonché di lui innamorata, Bobby Cannavale, astuto spin doctor sempre del milionario ed infine Cameron Diaz, nei volgari panni della strega cattiva che ha in affido Annie e altre bambine per ricevere così il sussidio ma che, nel finale, si ravvede, in alcune scene sopra le righe, ma complessivamente gradevole (immeritata candidatura ai Razzie Awards) ed autoironica.

Il film ha più che duplicato i costi di produzione - 65 milioni di dollari di budget -incassando nel mondo intero 135 milioni, ma da noi, nel solco della tradizione dei musical, è stato un fiasco.

Voto: 6-- (v.o.s.).

 

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