Regia di Will Gluck vedi scheda film
Pare che l’idea sia venuta (chissà se dopo aver ascoltato Hard Knock Life di Jay-Z, che ne campionava uno dei brani) a Will Smith: produrre un adattamento contemporaneo di Annie, spettacolo di Broadway tra i più amati di sempre e già oggetto di una versione cinematografica (nel 1982) che, tra le altre cose, può vantare il titolo di “unico musical diretto da John Huston”. Intuizione non del tutto malvagia, almeno sulla carta: la moderna crisi economica fa bene il paio con la Grande depressione in cui si ambientava originariamente la vicenda di un’adorabile ragazzina che, tra saggezza di strada e irresistibile candore, cerca i suoi genitori e scioglie il cuore di un miliardario. L’orfanella Annie, nata negli anni 20 in una striscia a fumetti, è un personaggio scolpito nell’immaginario e la sua storia è ormai archetipica di tanti film per l’infanzia: il più grosso ostacolo sta proprio nell’esigenza di cercare un nuovo punto di vista. Ma se Will Gluck trova i momenti migliori in una certa ironia metafilmica (come già in Easy Girl e Amici di letto), sembra non avere un’idea precisa di come dirigere le sequenze di coreografia e di canto: il risultato (nonostante Quvenzhané Wallis e Jamie Foxx riconfermino una grande presenza scenica, nonostante Cameron Diaz si diverta a calarsi nei panni di una villain white trash) non è poi troppo lontano da quello di un buon tv movie confezionato per Disney Channel. Insomma: un'occasione mancata.
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