Leggendo per la prima volta, dopo svariate visioni del primo (nel senso attuale) blockbuster della storia del cinema, il romanzo di Benchley, lo scopriamo scritto talmente bene che il film non poteva che uscirne altrettanto bene, bastava solo riprodurlo fedelmente. Ma se il film è un autentico gioiello, lo è perché finito nelle giovani e capaci mani del 29enne re Mida di Cincinnati.
Come tutti i capolavori a ogni visione si arricchisce di senso, segno che il cinema va ben oltre il semplice atto del guardare.
Volendo fare un po' di psicologia spiccia, la caccia al "miracolo dell'evoluzione" che ha trasformato la baia di Amity nel suo personale fast food, la danno in tre, le tre parti dell'apparato psichico: la coscienza (il capo della polizia locale, Brody), il Super io (Hooper dell'istituto oceanografico) e l'Es (il vitale e dioniasiaco capitano Quint). Ma anche tre uomini ovvero tre simboli generazionali: Quint, la vecchia guardia (o generazione della ricostruzione) che irride i giovani figli di papà come il baby boomer Hooper, e il mediano Brody a fare da ago della bilancia (si sa, la coscienza deve tenere a bada le altre due istanze per non soggiacere).
Insomma l'opera è sempre aperta e affrontabile da svariati punti di vista, per chi si vuole divertire.
Ora però passiamo a una nota (dolente) tecnica. Sì, perché mentre nel Blu ray si può optare per il doppiaggio del '75 o quello del 2004, Prime ci obbliga - con grossolana nequizia - al secondo.
E non c'è storia: il purista insorge.
Pur essendo eseguito da fior di professionisti (noti e premiati), il ridoppiaggio è appunto 'un'esecuzione' glaciale che appiattisce tutto, fa perdere ogni vigore, scomparendo in toto di fronte allo storico doppiaggio cinematografico. In particolar modo, non c'è verso per il pur lodevole De Sando di oscurare la tridimensionalità del timbro di Renato Mori, il cui contributo vocale in Quint è inimitabile e pazzesco. La voce di Mori riusciva a rendere il racconto dell'Indianapolis, dove i soldati venivano fatti a brandelli dai pescecani, ancora più spaventevole delle scene di azione.
Perché, se grattato alla radice, anche il più grande film è pur sempre un racconto fatto al camino da chi sa ipnotizzare l'uditorio.
E il vecchio doppiaggio era proprio questo: ipnotico.
Suggeriamo, pertanto, alle piattaforme di mettere l'opzione 'doppiaggio' e far scegliere, al sovrano e pagante spettatore, come e da chi farsi incantare.
Infine, mettiamo qua sotto il link dei due doppiaggi comparati.
Così per rinfrescare la memoria ai veci.
E alle nuove generazioni far sentire l'eccellenza.
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