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Maraviglioso Boccaccio

Regia di Paolo Taviani, Vittorio Taviani vedi scheda film

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La recensione su Maraviglioso Boccaccio

di nickoftime
6 stelle

Non ci faremmo irretire dalla solita domanda ma certo la curiosità è tanta intorno alla scelta del fratelli Taviani di proporre oggi, una rivisitazione delle novelle di Giovanni Boccaccio. E' noto che il progetto costituiva da tempo uno dei sogni nel cassetto dei due registi, così come sappiamo della predilezione dei nostri per i film in costume e per le storie tratte dai grandi della letteratura. Ciò non toglie che alla luce di quello che propone il tempo presente in termini di crisi e di sconvolgimenti, la favola dei ragazzi che si chiudono al mondo per sfuggire alla peste che nel 300 colpisce Firenze e i suoi cittadini fa pensare non solo a un voluto cortocircuito tra il passato e il presente della nostra nazione ma anche a una via d'uscita dai mali contemporanei, che i Taviani sembrano individuare in un ritorno alle nostre radici culturali e a una bellezza che la campagna toscana, con le sue nobili dimore, di certo rappresenta. Ovviamente, essendo il Boccaccio un'umanista, nel film dei Taviani lo spazio riservato alle figure in movimento conta eccome, e anzi, lo stuolo di attori, soprattutto giovani e giovanissimi, accorsi alla corte dei maestri non sfigura affatto. 

A loro e ai loro volti, i maestri dedicano primi piani che danno mistero a fisiognomiche ampiamente risapute e nello stesso tempo riescono a tratteggiare di una bellezza senza tempo la modernità di quelli appena arrivati. Ma il fascino e allo stesso tempo il difetto di un film come "Maraviglioso Boccaccio" consiste nel fatto di nutrirsi della propria dimensione artistica, svincolato com'è da logiche commerciali che appaiono evidenti nella scelta di portare sullo schermo un modo di raccontare che al contrario di precedenti versioni evita ogni tipo di licenziosità sessuale, lasciando all'immaginazione quello che altri hanno "regalato" alla vista. La bravura di Taviani è quella di far si che la tensione pittorica e la plasticità delle immagini pur presente non prenda mai il sopravvento sulla materia narrata. L'equilibrio che ne deriva rende il film un oggetto prezioso, e certe sequenze, come quelle potenti e drammatiche che aprono il film raccontando la paura e la morte provocata dalla terribile pandemia restano impresse e mettono a disagio.

(icinemaniaci.blogspot.com)

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