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La sposa in nero

Regia di François Truffaut vedi scheda film

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La recensione su La sposa in nero

di degoffro
8 stelle

Prodotto da Dino De Laurentis, basato sul romanzo "The Bride Wore Black" (1948) di William Irish, musicato da Bernard Hermann, sceneggiato dal regista con Jean-Louis Richard, un omaggio potente, raffinato ed affascinante di Truffaut al cinema del maestro Hitchcock. Uscendo dalla chiesa subito dopo la celebrazione del matrimonio un uomo viene accidentalmente ucciso sui gradini della basilica. La vedova Julie Kohler, dopo aver inutilmente tentato il suicidio, visto che il delitto è rimasto impunito, trova un sollievo nel pensiero della vendetta. Inizia a ricercare con pazienza monomaniaca i cinque balordi perdigiorno responsabili della morte del marito e ad uno ad uno li uccide con una serie di delitti perfetti. Vestita con uno splendido abito bianco scaraventa il dongiovanni Bliss dalla balaustra di un lussuoso palazzo, mentre l'uomo, alle prese con una delle tante feste che è solito frequentare, cerca di sedurla. Il banchiere Coral viene avvelenato mentre Julie sensuale ed avvolgente gli danza intorno, ricordandogli il tremendo gesto da lui compiuto. Il politico Morane, uomo lussurioso e sfacciato ("gli uomini politici amano molto le donne: per un'ora gli fanno dimenticare la Francia") viene soffocato chiuso in uno sgabuzzino, giocando a nascondino. Il pittore ritrattista Fergus, di cui diventa modella e con cui il rapporto si fa più stretto e personale, viene ucciso con una freccia nella schiena. Per eliminare l'ultimo dei suoi cinque bersagli, il trafficante Holmes, finito in carcere, si fa arrestare in modo piuttosto stupido pur di portare a compimento il suo piano criminoso. "Truffaut trascura il meccanismo dell'intrigo e costruisce il film sui modi della vendetta. Perciò dedica tutte le cure ai suoi personaggi. Ammirevole è il modo con cui trasforma Julie, donna di volontà e di testa, in un'efficiente macchina di morte che ogni volta muta le sue apparenze esteriori per adeguarsi a ciascuno dei suoi 5 bersagli." (Morandini). Straordinaria Jeanne Moreau, donna che raggiunge l'amore attraverso l'odio e l'omicidio ("Sono morta lo stesso giorno con David" si ripete). Disperata, fredda, crudele, spietata, calcolatrice, inamovibile e senza un minimo di pentimento o di ripensamento, persegue il suo obiettivo con glaciale determinazione, ostinata convinzione, dolente consapevolezza. Il suo unico e profondo desiderio, il suo più assoluto e totale gesto d'amore, il solo mezzo per (ri)vivere e "consumare" un amore impossibile e rimasto incompiuto e solo sognato, diventa eliminare quei cinque balordi annoiati dalla vita di provincia, e con due soli interessi, la caccia e le donne, adulti con la mentalità dei ragazzini, persi tra una sbronza e l'altra, alle prese con stupidi scherzi o giochi infantili destinati a sfociare in tragedia, incapaci di assumersi la responsabilità dei propri assurdi gesti, buoni solo a sfuggire e a dimenticare tutto, come se nulla fosse ("E' una vecchia storia" dice uno di loro a Julie e lei risponde: "per me ricomincia tutte le notti. Tutte le ragazze aspettano il principe azzurro, attendono con ansia e trepidazione di essere sua moglie"). Forse a tratti inverosimile, comunque nell'opera di Truffaut un film fondamentale e profondamente inquietante sull'amore e sulla sua forza devastante, dirompente e sconvolgente.
Voto: 7 e mezzo.

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