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Lo sport preferito dall'uomo

Regia di Howard Hawks vedi scheda film

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La recensione su Lo sport preferito dall'uomo

di EightAndHalf
8 stelle

Signore e signori, Howard Hawks!

 

 

Parliamo insomma di uno dei registi più importanti di Hollywood, che alla pari di Kubrick ha esplorato un numero infinito di generi cinematografici (dal noir alla screwball, dal dramma alla guerra, fino ai suoi eccezionali western), donando alla settima arte una sfilza infinita di capolavori. E Men's Favourite Sport dimostra come anche alla fine della sua filmografia (seguiranno giusto altre tre pellicole) il nitore della sua regia non si sia consumato né tentenni di fronte a trionfi di malizia e a battaglie fra sessi come non se ne vedevano dai tempi di Bringing Up Baby.

 

 

Katharine Hepburn, Cary Grant

Susanna (1938): Katharine Hepburn, Cary Grant

 

La trama è presto detta: Roger Willoughby è uno scrittore nonché dipendente della ditta Abercrombie & Fitch nel settore pesca, e tra le sue opere letterarie si riscontrano importanti trattati sull'argomento, il che lo ha reso agli occhi di tutti un abilissimo pescatore. Quando però il suo datore di lavoro, su consiglio di Abigail Page (una brillante Paula Prentiss), gli ordina di partecipare a un torneo di pesca, verrà fuori una scottante verità: lui non ha la minima idea di come fisicamente si prenda un pesce. Inizia così il lento apprendistato, fino alle conseguenze più estreme e, come da copione, sentimentali, considerato che il numero di donne che circondano questo imbranato arriva addirittura a tre, la stessa Abigail, la collega e amica di questa, Izzy, e Tex, la fidanzata.

 

 

Tra equivoci e sequenze d'antologia, il film di Hawks ricorda i tempi d'oro della commedia screwball, arrivando a livelli ancora più esagerati di grottesca comicità. Orsi, fortune inaspettate, cerniere lampo che non funzionano, gessi messi male, tende ribelli e chi più ne ha più ne metta, la commedia hollywoodiana hawksiana arraffa tutto quello che può e lo offre concedendo al contempo grosse liberatorie risate. Certo, forse il film ha una sua patina non trascurabile, ed è paradossalmente più invecchiato di un'opera perfetta come poteva essere Susanna!, ma le risate, benché non così frequenti come era lecito immaginarsi, accorrono a rallegrare una visione senza dubbio piacevole e divertita. Ed è sicuramente un vezzo narrativo instancabile e sempre apprezzato quello della donna che trascina l'uomo dentro imprevedibili malefatte, senza ombre di misoginia - è chiaro -, ma con brillanti bagliori di tenerezza, com'è solito di Hawks. Tra tutte le scene vince senza dubbio quella della cerniera del vestito di Izzy, aperta in maniera tale da lasciare scoperta l'intera sua schiena, con necessario intervento di Roger (un Rock Hudson molto meno virile del solito), che le si appiccica addosso e le copre le nudità in un curioso balletto che è una fuga da chiunque si avvicini. Non siamo certo a livelli da sganasciarsi, ma le risate, diversamente dalla maggior parte del cinema attuale, quando arrivano sono sincere e genuine, e non tirate per i capelli.

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