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La isla minima

Regia di Alberto Rodriguez vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La isla minima

di zombi
9 stelle

settembre 1980, estuario del guadalquivir, spagna. due sorelle sparite. due poliziotti vengono mandati in questo labirintico intrico di paludi e canali per scoprire dove sono finite e cosa è successo. 

la forza del film è come l'intreccio e la tensione vengono mantenuti per tutte le due ore abbondanti di film. e per come in un film di genere noir viene sapientemente instillato il contesto storico del paese. 

la transizione del paese dalla dittatura franchista ad un regime democratico. la tensione è palpabile, sembra che i personaggi del film parlino con estrema attenzione per non scatenare scintille sul calderone ripieno di benzina. poi nell'estremo privincialismo forse le cose cambiano con un pò più di lentezza, o così siamo portati a credere; da sempre.

i due poliziotti sono costretti a lavorare insieme e se juan(javier gutierrez) è sbruffoncello e tendente a ridere e a socializzare, pedro(raul arevalo) invece è teso e pensieroso, ma soprattutto juan conosce pedro per una lettera animata spedita ad un alto funzionario militare.

hanno un capo a cui riferire che gli dice di muoversi a risolvere il caso e senza sollevare troppa polvere, ma!, quando due pescatori trovano i cadaveri delle due ragazze le cose si complicano.

si complicano perchè le due ragazze, considerate dalla gente del piccolo centro abitativo delle "ragazze facili", vengono ritrovate seminude, con segni di torture e sevizie e violentate selvaggiamente.

l'indelicatezza del carabiniere  all'inizio delle indagini, ancor prima di ritrovare i cadaveri, nel considerarle "facili" viene subito notata da pedro, che gli chiede cosa intende per "facili", sentendosi rispondere teso che "volevano divertirsi" e pedro attacca chiedendo al carabiniere se a lui non piace divertirsi...

il divertimento viene quindi visto come un disappunto a scapito delle due ragazze, che giovani e belle volevano qualcosa di più dalla vita, che prometteva loro un cambiamento radicale, passando da un violento oppressore per fortuna morto nel 1975, alla libertà di sentirsi liberi in terra libera e democratica.

ma come nei peggiori casi di cronaca nera e nei migliori noir, è da un'indelicatezza come questa, mal dissimulata, che si capisce che qualcosa viene tenuto nascosto. 

il fatto che le ragazze siano "conosciute" per il loro "desiderio di divertirsi" le rende straordinarie agli occhi delle forze dell'ordine e della società.

parallelamente all'avanzamento delle indagini, alle compagne di classe delle due sorelle chiamate a parlare coi poliziotti, il pugno di un ragazzo che bussa al vetro della scuola mentre i poliziotti stanno parlando con le ragazze, lo stesso ragazzo Quini "il bello", che apparentemente collega le scomparse con una loro amica e poi di punto in bianco un uomo che si presenta nella locanda dove alloggiano juan e pedro, che chiede di loro.... facciamo la conoscenza dei due protagonisti.

juan è un donnaiolo, solo e solitario che si diverte trovandosi le occasioni. belloccio, socievole e spiritoso non ha problemi con le donne. conosce bene il suo lavoro e sa come parlare e far parlare i locali. 

pedro ha una compagna, una moglie e stanno per avere un figlio, ma ogni telefonata finisce in lite perchè lui è lì a causa delle sue interperanze verso i fascismi che sarebbero già dovuti essere finiti e invece insistono.

e i poco sottili giochi sporchi d'abitudine sotto la dittatura fanno fatica a scomparire e non si parla del mercato nero delle sigarette, o del traffico di droga che si snoda sul fiume, nel quale è coinvolto pure il padre delle due ragazze morte.

i fascismi da cui la spagna fatica a liberarsi sono traffici di cui tutti sanno molto, se non tutto, e le attitudini e le abitudine a tacere, voltare la faccia se non chiudere gli occhi del tutto e non denunciare.

quell'incarico che pedro è stato costretto ad accettare e che se andrà come deve andare, gli consentirà di tornare alla città e ad una mansione ben retribuita, si sta trasformando in uno spartiacque della sua vita. 

l'incontro armato, ma non caricato(il fucile era scarico), dell'uomo nella locanda, svela collegamenti con casi precedenti che però nessuno aveva mai correlato. altre ragazze scomparse, morte e ritrovate a pezzi nell'acqua. 

persone e nomi, luoghi, casi passati dimenticati volutamente da una dittatura morente e la vita di uno dei due poliziotti si ammucchiano tutti in quello stesso luogo, dove la gente sta arrivando per la raccolta nelle vigne e dove sembra che nel resto dell'anno non ci sia nulla da fare. un luogo da cui giovani ragazze cercano e hanno cercato di andarsene per cercare opportunità migliori, ma scoprendo a loro spese che quella semplice e legittima volontà , prende sempre più le sembianze di una fuga, impossibile!

il bello di questo noir che regista e sceneggiatori inzuppano nella melma della storia è che anche i cliché del plot vengono rispettati.

s'indaga, si scopre, si rischia, s'insegue e si viene inseguiti, lo spettatore fa la conoscenza dei vari personaggi fino a quando si trova di fronte alla verità. una verità con un viso anonimo e grazie alla prontezza e alla professionalità di juan tutto viene, spiegato?...

colpevole trovato(né "la promessa", per me capolavoro di sean penn regista, il killer lo vediamo di nuca... qui abbiamo l'onore di vederlo in viso)e come pedro sperava, ora può tornare dalla moglie a testa alta.

ma la storia non può rimanere taciuta. i nazisti hanno documentato tutto nei minimi particolari e anche se hanno cercato di distruggere , molto è rimasto a perenne memoria della loro insana meticolosità di annientamento.

è possibile decidere di non voler vedere una parte di storia e di sopportarlo?

con un interrogativo così gravoso ci lascia questo bel film.

 

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