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Ruth & Alex - L'amore cerca casa

Regia di Richard Loncraine vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ruth & Alex - L'amore cerca casa

di logos
6 stelle

Una coppia di innamorati anziani, l’uno pittore (Alex), l'altra ex insegnante (Ruth), che si guardano, discutono e si abbracciano come se fosse il primo giorno, mentre con delicati flash back ciascuno dei due perlustra il loro passato insieme, che dura oramai da ben quarant’anni, in gran parte vissuto nella loro casa al quinto piano, che ora hanno intenzione di vendere, per rinnovarsi, per non dover fare più le scale che tanno affaticano Alex e il loro cane, ma anche perché il valore di mercato sta salendo, e conviene approfittarne.

 Ma sono davvero convinti di fare questo nuovo passo? A incoraggiarli in questa direzione ci pensa la nipote di Ruth, agente immobiliare intraprendente, che prepara l’appartamento per farlo vistare ai possibili acquirenti. Iniziano le trattative, e i coniugi entrano in un turbinio di contrattazioni che invadono la loro intimità, che nel frattempo viene anche messa a prova da un’ernia al disco del loro caro animale, che pertano dovrà subire un’operazione; e disturbata da amici impegnati nell’allestimento di opere d’arte che fanno però capire a Alex che i suoi quadri ritratto per il momento non sono più di moda.

 

A mettere in moto tutte le noti discordanti dell’armonia di Ruth e Alex a ben vedere è sempre la questione del mercato: differenze di prezzo tra casa da vendere e casa da comprare, differenze di prezzo tra cure veterinarie che tentino di fare tutto il possibile o meno a seconda che il cane reagisca o non reagisca positivamente alle cure, e differenze tra arte e arte  in funzione del mercato. Tutto ruota intorno al mercato, mentre la loro vita finisce per essere assediata da un turbinio di forze che la paralizzano, come viene bloccato l’enigmatico terrorista dalle forze di polizia, considerato tale per aver abbandonato un tir sul ponte ed essere fuggito, lasciando ai media la costruzione di una storia che diventa un vero e proprio etichettamento che si alimenta su se stesso, così come si alimentano le offerte e le contro-offerte, lasciando rivelare che alla fine, in tutto questo gioco degli equivoci e dei nomi che stabiliscono il reale, non vi sia altro che chiacchiera vana, che non ha limiti e rispetto per il senso di ciò che è per quel che è.

 

Tutto questo amore per l’autentico, che non viene mai espresso in senso didascalico, è ben impresso nello sguardo di Morgan Freeman (Alex), scettico verso le apparenze ma in profonda sintonia con l'essenza, che vede la vita passare sotto i suoi occhi, che però vanno oltre il tempo, per fermarsi sull’attimo, su quell’attimo in cui tutti i valori monetari non contano più, ma conta soltanto il presente, quel presente che sempre è stato e sempre sarà, che vive trasparente, profondo e stabile nell’amore per Ruth, come gli stessi ritratti che la raffigurano.

 

Emerge dunque un elogio al ritorno a sè, alla conservazione in sè del sè cementato nell'amore, contro un mondo che non sa più fermarsi, ma va sempre avanti perché gli si sbriciola la terra sotto i piedi. Il film si ferma su questa soglia, non pone e non esige troppe domande, si lascia guardare per la sua capacità di far ridere e commuovere, senza interrogativi larghi, che certo trapelano ma vengono subito censurati dalla performance della Keaton, che riesce a dare quello stucchevole contenimento all’opera, giusto per non farla andare oltre i suoi limiti politicamente corretti, e Freeman, comunque, sa stare al gioco cadendo in piedi.   

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