Espandi menu
cerca
Una spina nel cuore

Regia di Alberto Lattuada vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Dany9007

Dany9007

Iscritto dal 15 giugno 2020 Vai al suo profilo
  • Seguaci 11
  • Post -
  • Recensioni 257
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Una spina nel cuore

di Dany9007
4 stelle

I romanzi di Piero Chiara hanno dato parecchio materiale al mondo del cinema, lo stesso Lattuada, qui alla sua ultima regia, aveva già attinto per l’ottimo Venga a prendere il caffè..da noi, erano seguite opere di vari registi titoli come  La banca di Monate, Il cappotto di Astrakan, Il piatto piange fino a La stanza del vescovo (a mio avviso il film migliore tratto da un suo romanzo) avevano tutti in comune il marchio di fabbrica dell’autore: un’ambientazione rigorosa tra i confini di Lombardia e Piemonte nonché tra le rive del Lago Maggiore piuttosto che quello di Varese, di Monate o del Lago d’Orta. Ulteriore caratteristica era la rappresentazione di una provincia sonnecchiante, tendenzialmente coerente nell’ambientazione con la giovinezza dell’autore (gli anni 20-30) con un fascismo mal sopportato dai protagonisti e con dei protagonisti tendenti a passare il tempo tra i bar, gli avventori e le donne che si aggirano per il paese. Una spina nel cuore non fa differenza, ma l’ambientazione cinematografica si sposta nei contemporanei anni ’80 (forse per esigenze produttive?) ma non è questa ambientazione, ovviamente meno affascinante e caratteristica del ventennio fascista, a portare il film verso un naufragio senza molti alibi. Innanzitutto i protagonisti sembrano scelti per la loro oggettiva bellezza, ma appena si impegnano in un dialogo sembra di assistere ad una pessima serie televisiva, le sequenze ed i personaggi che entrano ed escono di scena appaiono anch’essi caricaturali ed abbozzati grezzamente. Non parliamo dei dialoghi con qualche voce fuori campo e con frasi anch’esse da repertorio televisivo. Purtroppo queste problematiche si trasmettono non solo ai due giovani protagonisti, ma coinvolgono attori di spessore come Gastone Moschin o Antonella Lualdi costretti a dei ruoli da fumetto. Il regista sembra più che altro preoccupato di indugiare sul (bellissimo) corpo della protagonista Sophie Duez che non si sottrae a parecchie scene di nudo. Insomma uno stanco addio al cinema per Lattuada che, come altri registi della sua epoca, con l’avvento degli anni ’80 sembra vedere la propria vena creativa inaridita.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati