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Anomalisa

Regia di Duke Johnson, Charlie Kaufman vedi scheda film

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Utente rimosso (SillyWalter)

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La recensione su Anomalisa

di Utente rimosso (SillyWalter)
7 stelle

Tom Cruise ucciderebbe per essere espressivo come i protagonisti di Anomalisa.

 

 

 

      Un film adulto di pupazzi umanoidi con sentimenti profondamente e dolorosamente umani. Pupazzi ansiosi, timidi, sentimentali, goffi, confusi. Pupazzi quietamente angosciati dall'appartenere a un mondo di pupazzi. Questo è un film che non ha un target. E infatti  nessuna casa di produzione voleva finanziarlo e com'è noto i soldi sono arrivati dal "crowdfunding", che ha così dimostrato che era stato trascurato il target "estimatori di Charlie Kaufman". E in effetti come si può non amare Charlie Kaufman, che  come al solito cerca di portate alle estreme conseguenze un'idea assurda per cercare angoli di novità, poesia lunare, percorsi narrativi e mentali quasi sempre instabili ma sempre sinceramente umani, anche quando non sono fatti di carne e sangue.

 

       

       La storia è minima e la metafora sull'identità e la sostanza dell'essere umano è scopertissima. Michael Stone è un uomo di mezz'età con pancetta, capelli grigi e una specie di male di vivere che cova sottopelle. È autore di un celebre libro motivazionale ed è a Cincinnati per una conferenza sull'assistenza clienti. Tutte le voci per Michael (ma anche per noi spettatori) suonano uguali, non stupisce quindi che rimanga folgorato dalla squillante voce di Lisa, che è in città proprio per ascoltarlo. Lisa è insicura, ha una cicatrice sul volto e si crede brutta, ma per Michael ovviamente è unica. I due si conoscono, passano la notte insieme, forse s'innamorano, forse lui lascerà moglie e figlio per lei. Le solite vicende degli esseri umani. Ma non degli esseri umani che finiscono di solito nei film. Piuttosto di quelli normaloidi, sotto sotto un po' tristi e rassegnati a non sentire più il gusto delle cose (sia chiaro che non mancano le parentesi comiche e teneramente buffe, ma non è mai una comicità facile e completamente "distensiva", che ci allontana dalla fragilità umana dei personaggi).

 

 

         ANOMALISA potrebbe essere visto come l'ideale proseguimento dell'arte del burattinaio John Cusack in ESSERE JOHN MALKOVICH. Soprattutto per l'esplorazione di certe atmosfere intime, liriche e malinconiche, e per il tentativo di forzare la vita ad uscire michelangiolescamente dalla materia inerte. Questa era la sfida e questo è l'interesse principale del film: portare Michael e Lisa dove nessun pupazzo era stato prima, tra i più scomodi sentimenti umani e nelle situazioni più comuni, imbarazzanti e anti-spettacolari (una bella crudeltà, non c'è che dire). Che la sfida fosse tutta concentrata sulle qualità umane sembra dimostrarlo anche il fatto che non sono state cancellate, com'è d'uso con questo tipo di animazione, le vistose giunture sui volti dei pupazzi, lì dove si attaccano le diverse espressioni. Oltre a fungere da caratterizzazione estetica (dallo spirito "indie"), si può immaginare che sembrasse più stimolante e per così dire "magico" provare a far vivere dei bambolotti che non collaborano, che ti ricordano continuamente la loro vera natura, piuttosto che aiutarsi cercando anche il massimo della verosimiglianza visiva. O forse più semplicemente serviva per sottolineare che loro come noi sono costantemente in bilico tra il mondo degli uomini e il mondo dei pupazzi. 

 

 

         ANOMALISA è un nuovo strumento retorico per un vecchio soggetto, uno specchio nuovo per riflettere grandi difficoltà e piccole rivelazioni, imperfezioni e privilegi degli uomini in balia del flusso incessante della vita. E uno dei risultati eccezionali della caratterizzazione di questi personaggi è proprio che si avverte questo flusso, il loro passato e il loro futuro. Forse soprattutto sotto forma di bagaglio opprimente, ma tutto sommato anche questa è vita, e anche per questo riusciamo a sentirli vicini e a capire l'effetto rivoluzionario di un'anomalia come Lisa nella vita di Michael.

        Nel complesso non si può dire che dominino allegria  e spensieratezza e anzi, vedere tristezza vera in un universo da cui di solito fuoriescono tutt'altre emozioni, per certi versi accentua l'inquietudine e l'intensità di certe scene (soprattutto quelle in cui Michael sembra perdere il contatto con la sua "umanità" e con quella di Lisa) . Forse anche perché, a differenza degli attori in carne ed ossa, sappiamo che Michael e Lisa non avranno probabilmente altre parti da recitare, e in un certo senso resteranno intrappolati nelle loro vite, come persone vere o come una specie di stilizzazione definitiva.

 

        Visto in inglese, con le voci dei bravi David Thewlis (Michael), Jennifer Jason Leigh (Lisa) e Tim Noonan (tutti gli altri). Speriamo che non se ne escano col solito doppiaggio-fantasia tipo Mario Balotelli e Valeria Marini.      

 

 

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