Regia di Roger Donaldson vedi scheda film
Onesta spy-story voluta e (ben) interpretata da un Pierce Brosnan (ben) invecchiato e sofferto, e diretta dal veterano Roger Donaldson per il quale il film rappresenta un bel passo avanti dopo l'inguardabile “Solo per vendetta”.
Negli anni '80 vide la luce una serie di romanzi di spionaggio intitolati “The November Man”, scritti dallo specialista in thriller politici Bill Granger. Questo film omonimo porta in scena uno dei tioli, il settimo, che componevano la serie (“There Are No Spies”), della quale Pierce Brosnan comprò i diritti nel lontano 2005, poco dopo avere cioè appeso al chiodo i panni (e la Aston Martin e i fantastici gadgets, e i milioni...) di James Bond. Il progetto di trasformare lo script in film venne in un primo momento accantonato, ma Brosnan continuò a pagare i diritti per l'esclusiva credendo che prima o poi la cosa sarebbe andata in porto. Quasi una decade più tardi esce effettivamente questo “The November Man”, spy-story di discreta fattura diretta dall'esperto mestierante Roger Donaldson che già aveva lavorato con Brosnan nel lontano 1997 in “Dante's Peak”. I pregi del film risiedono in una eccellente caratterizzazione dei personaggi, certamente più umani rispetto al già citato 007, e in un buon livello di tensione ottenuto a mezzo sapiente montaggio. Brosnan inoltre, stagionato e sofferto a dovere, sta come il cacio sui maccheroni al personaggio di Peter Devereux. I meno riguardano invece la sua giovane controparte Luke Bracey, che conferma qui ancora una volta tutti i suoi limiti, e una parte finale eccessivamente e hollywoodianamente semplicista. In ogni caso per Donaldson un bel passo avanti rispetto al suo film precedente “Solo per vendetta”.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta