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The Lobster

Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film

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La recensione su The Lobster

di alfatocoferolo
8 stelle

In una società in cui i single vengono arrestati e costretti a cercare un compagno, pena la trasformazione in animali; il protagonista trova la sua completezza nel mondo dei "solitari", come a ribadire l'insegnamento per cui amare qualcuno preveda il saper amare prima di tutto se stessi. Una metafora della vita.

Lanthimos costruisce realtà parallele, utilizzando gli stessi tassellini basilari delle nostre esistenze. Riflettendoci, qui come in Kynodontas, nulla è puramente inventato malgrado ogni cosa appaia tale. Nella società costruita dal regista greco l'uomo cerca completezza attraverso la complementarità fisica e psicologica, le coppie si formano per affinità di intenti e somiglianza di difetti. Se tu sei miope, starai meglio con un miope. Se zoppichi, una donna che zoppica ti capirà meglio. I single sono delle anomalie, dei disequilibratori sociali e come tali vengono arrestati e obbligati a trovare un'anima gemella entro un tempo di 45 giorni, che potrà essere esteso se cattureranno qualche "solitario" che si aggira per le foreste durante le loro battute di caccia. Scaduto quel tempo saranno trasformati in un animale a loro piacimento. E' tra i solitari che il protagonista troverà rifugio quando fuggirà dalla prigione in cui è stato rinchiuso dopo la morte della moglie ed è lì, dove invece l'amore è bandito, che troverà un'anima affine. The Lobster prende il nome dall'animale (l'aragosta, appunto) che David sceglie di impersonare in caso fallisca la sua ricerca, perché l'aragosta è fertile per tutta la sua vita, perché campa cent'anni e perché vive in mare, un luogo che il protagonista ama. Lathimos conferma un enorme talento visionario, una capacità di trasferire gli stereotipi della società all'interno di strutture metacinematografiche, perché in una dimensione a metà tra il cinema stesso e la realtà, allo stesso tempo conferma una predilezione forse troppo accanita, verso uno stile di recitazione anaffettivo, impersonale e dunque, per necessità di cose, monotono. Il ritmo è una delle grosse pecche di questo regista che qui, meno che in Alps o Kynodontas, posso dire di aver sofferto.

Comunque un film da vedere, unico.

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