Regia di Giorgos Lanthimos vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2015 - CONCORSO - PREMIO DELLA GIURIA
A Cannes, in Concorso e altrove, c'è stato tempo per sviluppare e rappresentare diversi aspetti del concetto di follia: qui nell'accezione di un fenomeno di massa, dilagante, che prende forma mortificando usi e consuetudini, e cancellando letteralmente i connotati di persone che non riescono ad adeguarsi a schemi standard prestabiliti.
Una rappresentazione che qui, in questo film accolto con molta perplessità dal pubblico, crea disagio e disgusto, soprattutto tra coloro che ancora non conoscono questo terribile e devastante, irresistibile autore greco che è Giorgos Lanthimos.
Reduce dalla mirabile e terribile trilogia di Kinetta, Alps e Kinodontas, ritroviamo Lanthimos coinvolto in una coproduzione internazionale affollata di star o volti noti, per il suo controverso e strappa polemiche THE LOBSTER.
In una società cupa e inquietante di un futuro sinistramente prossimo e dalle fosche tinte orwelliane, coloro che, raggiunti i quarantotto anni, non fossero ancora stabilmente accoppiati, vengono condotti presso una elegante casa di cura per avere a disposizione ancora poco più di un mese per trovare l'anima gemella: o venire tramutati in un animale qualsiasi, a propria scelta. L'aragosta, (the lobster, è l'animale in cui ha scelto di trasformarsi il nostro compassato ed arrendevole protagonista, spiegandone altresì le svariate motivazioni).
Un uomo, in particolare, con al guinzaglio quello che fu suo fratello, viene condotto della struttura ma, non trovando con chi accoppiarsi stabilmente, si dà alla fuga nei boschi unendosi ai ribelli. In questo contesto scoprirà che l'organizzazione eversiva ha regole non meno folli e letali della società “regolare”, e nasconde follie e manie non meno letali per chi sgarra o non si dimostra tollerante con le nuove imposizioni: innamoratosi di una affascinante dissidente, l'uomo verrà indotto a sacrificare il senso della vista per poter valorizzare le percezioni rimanenti, considerate troppo sottostimate a favore del principale senso visivo che occulta gli altri.
Eccesso, provocazione, metafora sin troppo esibita di una deriva dove una esasperazione si combatte con un suo opposto e speculare suo contrario sentimento, The lobster è un quarto capitolo coerente di una cinematografia forte e dirompente che crea disgusto e sconcerto senza porsi alcun problema di rendersi accattivante.
Lanthimos si dimostra un grande autore, anche se la produzione internazionale ed il gran cast a disposizione (da Colin Farrel ingrassato ed imbolsito per l'occasione, a Rachel Weisz, Lea Seydoux, John C. Reilly quest'anno onnipresente in Croisette, Ben Whishaw, Ariane Labed ed altri) sembra rendano più macchiettistico e meno inquietante l'atmosfera che rendeva unici i suoi tre capisaldi della deriva umana.
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